Al lavoro, ma solo se ci sono le condizioni di salute e sicurezza per i lavoratori. E’ quanto prevede l’accordo regionale raggiunto oggi tra le parti sociali e la Regione Veneto a seguito del protocollo nazionale firmato stamane tra governo e organizzazioni datoriali e sindacali, per normare la prosecuzione delle attività indispensabili o che non possono essere fermate dall’emergenza Coronavirus.
Coronavirus
“La prosecuzione delle attività produttive può avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino inderogabilmente la salute e la sicurezza dei lavoratori così come previste e definite dal protocollo nazionale”. Se gli standard di sicurezza non saranno garantiti, “è possibile il ricorso agli ammortizzatori sociali, con la conseguente riduzione o sospensione dell’attività lavorativa, al fine di permettere alle imprese interessate di applicare tali misure e la conseguente messa in sicurezza del luogo di lavoro”. Sono questi i due principi-cardine dell’accordo regionale che aggiorna le indicazioni per la tutela della salute della salute nelle imprese e nei luoghi dei lavori già emanate dalla Regione, alla luce del Protocollo nazionale odierno sugli standard di sicurezza per le realtà produttive e di servizio che non possono osservare il fermo imposto per fermare la diffusione del virus.
L’accordo
“Il testo dell’accordo è stato scritto a più mani, frutto di ore di confronto serrato ma proficuo tra tutte le organizzazioni di rappresentanza – commenta l’assessore al Lavoro, Elena Donazzan – animate da grande spirito di responsabilità e orientate, in base al principio di sussidiarietà, a tradurre subito e con grande pragmatismo la necessità di coniugare la salvaguardia del bene primario della salute dei lavoratori con la necessità di non mettere in ginocchio il tessuto produttivo. Un orientamento che stava già alla base delle indicazioni regionali sul coronavirus e sulla tutela degli standard di sicurezza nei luoghi di lavoro e che ha ispirato anche il Protocollo nazionale firmato stamane”.
L’accordo regionale, sollecitato e condiviso dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e da quelle datoriali del manifatturiero e del terziario del Veneto, ha visto la supervisione attiva degli assessori al lavoro e allo sviluppo economico Elena Donazzan e Roberto Marcato. La Regione si è fatta garante del “rigoroso rispetto” degli impegni assunti, in linea con le direttive del protocollo nazionale di oggi.
I controlli
La Regione Veneto – spiega il testo dell’intesa veneta – esplicherà il suo ruolo di monitoraggio e di garante attraverso i dipartimenti di prevenzione delle Asl e gli Spisal, i servizi sanitari per la prevenzione, l’igiene e la salute negli ambienti di lavoro. Lavoratori, rappresentanti sindacali, imprese e associazioni di categoria potranno segnalare problemi o inadempienze ai numeri verdi già istituiti dalla Regione del Veneto e dalle Aziende sanitarie locali.
“I Dipartimenti di prevenzione e gli Spisal raccolgono e valutano le segnalazioni – si legge nell’intesa – anche al fine di dare informazioni, istruzioni e indicazioni, ovvero collaborare con le autorità pubbliche competenti al fine di supportare e vigilare sulla corretta applicazione delle misure di prevenzione”. Agli Spisal spetta, inoltre, il compito di diffondere, attraverso i canali istituzionali, indirizzi operativi al fine di promuovere l’adozione delle misure di prevenzione in maniera omogenea sull’intero territorio regionale.
“In questa situazione inedita di emergenza coronavirus tutte le parti, imprenditori, sindacati, associazioni di categoria – conclude Donazzan – si sono impegnate con grande senso di responsabilità, da subito e in modo tassativo a garantire in via prioritaria la salute e la sicurezza di ogni lavoratore e delle loro famiglie, vero bene primario della nostra economia. Con grande coesione e dando prova di spirito pratico continueranno a tenere aperto il dialogo per un confronto costante sull’applicazione dell’accordo e il rispetto degli standard di sicurezza nella quotidianità diversificata dei settori, dei processi produttivi e delle filiere”.
Gli enti
L’accordo-quadro del Veneto è sottoscritto da Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Confimi, CONFAPI, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Ance, con la partecipazione attiva della Regione, in qualità di garante ed ente di controllo e vigilanza.