Tra il Bresciano e il Bergamasco c’è un ospedale, quello di Chiari, che è finito al centro dell’emergenza Coronavirus. I medici non sapevano più come dare l’ossigeno ai pazienti in terapia sub intensiva. Le valvole per i respiratori erano finite e quelle sostitutive non sarebbero arrivate in tempo. A salvarli, la stampa 3D e il lavoro dei due ingegneri tecnici Michele Faini e Marco Gavazzi della Lonati, azienda bresciana leader mondiale nel segmento delle macchine tessili. In sostanza, usando delle stampanti 3D fornite dalla 3DZ di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, è stato possibile replicare dei modelli, coperti da brevetto, che la multinazionale fornitrice non era in grado di consegnare in tempo.
Emergenza coronavirus
Coronavirus: Violazione del copyright, uso compassionevole dei dispositivi medici o atto di eroismo in piena emergenza? Di sicuro, la notizia ha fatto il giro d’Italia e ha ottenuto l’applauso del ministro per l’Innovazione Paola Pisano. “Complimenti a Cristian Fracassi e Massimo Temporelli e a tutte le persone che li hanno aiutati in questa impresa”, ha scritto in un lungo post su Facebook, mostrando le valvole create con la stampante proveniente dall’azienda veneta grazie ad un complicato processo tecnico che ha incluso la scansione 3D e la scelta dei materiali da utilizzare.
Valvole salvavita
La catena solidale ha avuto la sua origine in 3DZ, azienda con sedi in mezza Europa che è specializzata nella commercializzazione e nella consulenza sulle stampanti di ultima generazione. In particolare, le valvole sono state stampate con la “3D Systems Prox6100 SLS”, una stampante che funziona a “polvere”. “È motivante vedere i progressi che il team di ricerca e sviluppo della Lonati ha portato avanti”, ha detto Alberto Baraldi, co-founder di 3DZ Brescia, la persona che ha seguito nel progetto Lonati e ha spiegato loro come usare i macchinari. “Avere un cliente che utilizza Prox 6100 per nuovi progetti salvavita, capace di usare questa tecnologia in affiancamento ad altre, è la migliore ricompensa che potessimo avere”.
Di fatto, è la conferma che in ambito medico e sanitario la stampante 3D sarà sempre più necessaria. E si aprono scenari interessanti in questo momento di emergenza. Si può stampare qualsiasi cosa, riprodurre qualsiasi apparecchio. E vista la lentezza dei rifornimenti agli ospedali, forse proprio nella stampante 3D si potranno trovare soluzioni repentine ed emergenziali. “Da anni ripetiamo che il futuro della prototipazione e della produzione in senso lato passeranno attraverso le stampanti 3D”, conclude il co-founder di 3DZ, Gianfranco Caufin. “In questo momento di totale emergenza medica e sanitaria mettiamo a disposizione il nostro profondo know how e le nostre conoscenze. Se possiamo salvare vite con le innovazioni tecnologiche, vogliamo essere in prima linea in soccorso ai medici”.