È accaduto a Jesolo stamattina alle 11.30 all’interno della mostra Serial Killer, dalla vittima al carnefice” che rimarrà aperta tutti i giorni in piazza Brescia fino al 10 gennaio. La giovane ha avuto il malore quando è entrata nel padiglione che ricostruisce fedelmente la CSI (criminal scene investigation) dedicata al serial killer necrofilo che fra il 1947 e il 1957 evirava e mutilava le sue vittime ispirando celebri pellicole thriller ed horror come “Psyco”, “Non aprite quella porta”, “Il silenzio degli innocenti” e “Deranged”.
La ragazza ha iniziato ad avere capogiri finché è crollata a terra priva di sensi creando un po’ di agitazione nei presenti all’interno del set con la guida al seguito. Subito è stata soccorsa dal personale della mostra che l’ha fatta accomodare in un luogo tranquillo per oltre una quindicina di minuti finché ha ripreso colorito. La 25enne è stata assistita per tutto il tempo dai suoi famigliari che l’hanno aiutata a riprendersi ed a continuare la visita.
È la seconda volta in pochi giorni che il padiglione dedicato al serial killer Ed Gein crea i presupposti per un malore nei visitatori. Analoga circostanza infatti, ma cause diverse, quella della triestina che, visitando lo stesso padiglione, lunedì scorso ha perso i sensi nel bel mezzo della visita assieme alla comitiva che l’accompagnava motivando però il mancamento con un inizio di claustrofobia per gli spazi chiusi e per l’oscurità improvvisa della scenografia.
Tra giovedì e venerdì alla mostra sono svenuti altri sei visitatori, alcuni si sono impressionati assistendo alla scena della sedia elettrica mentre i tecnici della mostra procedevano alla simulazione della morte del serial killer Ted Bundy, giustiziato da una scarica elettrica nel 1989.
Identikit di Ed Gein. Nacque il 27 Agosto del 1906 nel Wisconsin, da una madre pazza e un padre alcolizzato, dal quale subì parecchi abusi sessuali. Nel 1944 il padre morì in un misterioso incendio e dopo un anno morì anche la madre che Ed adorava. Questo tragico evento gli fece crollare il mondo addosso, si sentì completamente solo; lasciò intatte le parti della casa dove la madre era solita abitare come se lei fosse sempre là. Ed si limitò a vivere nella cucina e in una piccola stanza vicina, leggeva molti libri di anatomia e sul culto della morte. Nel 1957 la sua casa fu perquisita alla ricerca di Bernice Worden, che era stata dichiarata scomparsa: trovarono solo il torso della ragazza ma, oltre a lei, trovarono anche 4 nasi, 9 maschere fatte con pelle umana, 10 seni di donna segati nella parte superiore, sedie ricoperte di pelle umana, il cuore della scomparsa Mary Hogan in una busta di carta, 9 coppie di genitali in scatole di scarpe, una cintura fatta di capezzoli, un paralume fatto con la pelle del viso, labbra, bulbi oculari, scatole con dentiere, un tavolino fatto con ossa di tibie, una scodella fatte con la parte superiore di un cranio. Ed ancora, una poltrona che aveva delle braccia umane al posto dei braccioli, il letto decorato di teschi e i resti di almeno altre 10 persone. Il pezzo forte della macabra collezione di Ed Gein fu il “vestito di pelle umana”, si pensa che lui se lo mettesse per assomigliare alla madre. Ed viveva in una vera e propria “casa della morte”. Fu subito spedito in carcere dove dichiarò che tra il 1947 e il 1952 andò al cimitero circa 40 volte e che in preda al delirio riesumò dei corpi di donna che avevano all’incirca l’età della madre. Ed Gein fu arrestato nel 1957, fu dichiarato incapace di sostenere un processo, e venne assegnato alle cure del Central State Hospital. Dieci anni dopo fu dichiarato in grado di sostenere il processo e il caso Gein venne riaperto. Al termine del processo, iniziato nel 1968, Ed fu dichiarato insano di mente, colpevole dell’omicidio di Bernice Worden e Mary Hogan, e rinchiuso a vita nel penitenziario psichiatrico dello stato. Durante il periodo di detenzione s’integrò perfettamente, era un paziente modello e riservato, lavorò come falegname, muratore e inserviente. In più occasioni scherzò sulla sua vicenda, un giorno disse allo sceriffo che lo aveva arrestato: “Sceriffo… anch’io ho un cuore…”. Nel 1974 fu respinta la richiesta di infermità mentale. Ed Gein morì il 26 luglio del 1984 per arresto respiratorio. Oggi è sepolto a Plainfield accanto alla madre Augusta. Ed Gein ispirò il mondo con cinema con film famosi come: ” Il silenzio degli Innocenti”, “Psyco” e “Non aprite quella porta”.
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