Economia e società

Barene della Laguna Nord: un progetto per recuperare 95 ettari

95 ettari di barene della laguna saranno preservati grazie a Life Vimine, progetto di recupero sostenibile che coinvolge le comunità locali

Sono 95 gli ettari di barene della laguna nord, tra la palude dei Laghi e le isole di Burano, Mazzorbo e Torcello, che sono state protette dall’erosione, in particolare quella causata dal moto ondoso, grazie a Life Vimine.

Il progetto

I soggetti aderenti al progetto, co-finanziato dal programma Life+Nature 2012 della Commissione Europea, tra cui Acque Risorgive, dopo i positivi risultati della fase sperimentale, hanno deciso di dare seguito a questa attività che, in modo integrato e sostenibile, consente di proteggere uno degli ambienti di maggior valore del territorio veneto.

Per questo il Consiglio di amministrazione del Consorzio di bonifica, presieduto da Francesco Cazzaro, ha dato mandato al direttore Carlo Bendoricchio di sottoscrivere il protocollo di intesa finalizzato a estendere gli interventi protettivi alle altre barene e paludi più interne della laguna per preservarle dall’erosione.

Barene della Laguna

“La sperimentazione – spiega Bendoricchio – ha confermato che si tratta di un metodo di intervento rispettoso delle valenze ecologiche e paesaggistiche di questi fragili ambienti e sostenibile dal punto di vista sociale ed economico”.

Per proteggere i quasi cento ettari di barene utilizzate nei quattro anni di sperimentazione, 4 mila fascine prodotte con legno locale, infissi 11 mila pali in laguna, rimossi 60 metri cubi di rifiuti. Non solo, Life Vimine, attraverso piccoli interventi di ingegneria naturalistica a basso impatto ambientale con l’utilizzo di materiale biodegradabile (principalmente legno e fascine di rami) ha permesso di valorizzare la filiera corta del legno per la maggior parte proveniente dall’attività di gestione forestale (potature e scarti di verde) eseguita dal Consorzio di bonifica nella terraferma.

La convenzione

Altro punto di forza di Life Vimine, che ha spinto i soggetti attuatori a continuare l’attività con la sottoscrizione di una convenzione della durata di ulteriori 5 anni, è il coinvolgimento delle comunità locali che si è tradotto anche nella creazione di nuovi posti di lavoro stabili, utilizzando proprio manodopera locale qualificata, costituita ad esempio da abitanti e pescatori del territorio lagunare. Inoltre, un ambiente lagunare ben conservato contribuisce a sostenere ed incrementare i posti di lavoro legati alle attività come il pescaturismo, l’ecoturismo e più in generale del turismo sostenibile.

A supporto del progetto si è svolta anche un’intensa attività di comunicazione che ha coinvolto circa 27 mila studenti, cittadini, associazioni e diportisti, con la promozione di buone pratiche a partire dalla riduzione della velocità in barca e alla segnalazione delle criticità riscontrate nelle barene come l’abbandono di rifiuti

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