Claudio Baglioni torna con un nuovo album, “In questa storia che è la mia”, che uscirà venerdì 4 dicembre anticipato dal singolo “Io non sono lì” (VIDEO).
Durante la presentazione il cantautore romano ha rivelato che personalmente le chiusure determinate dal Covid non gli sono pesate, ma dal punto di vista artistico lo hanno “paralizzato” per diverse settimane, prima di riprendersi e finire il disco, che contiene 14 brani, una ouverture, quattro interludi piano e voce, e un finale.
Claudio Baglioni si è messo a confronto con il tempo
«Il tempo è l’avversario micidiale di ognuno. E per quanto cerchiamo di affrontarlo, alla fine possiamo solo corrergli dietro. Il vantaggio di questo mestiere è pensare che resterà qualcosa dopo. Qui dico che ho vissuto per lasciare un segno. Che è poi la speranza di tutti: che qualcosa resisterà, andrà avanti», ha affermato Baglioni spiegando il senso del lavoro.
Poi si è detto convinto che sarebbe un grande sbaglio non ricavare degli insegnamenti dalla pandemia: «Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando: rivedere, ripensare, correggere. Non mi aspetto un mondo tutto nuovo ma l’idea di rifare tutto proprio com’era prima mi preoccupa».
Bisogna trovare soluzioni per il mondo della musica
Per il mondo della musica in profonda crisi: «Oltre ai sostegni di tipo economico, bisogna cercare anche nuove forme di sostegno, come trovare una forma accattivante per i concerti a distanza. Che non sono la stessa cosa dei live, ma in questo periodo dobbiamo capire che altre forme sono possibili», mentre sulla possibilità di tornare sul palco del Festival di Sanremo che ha condotto, con ottimi risultati, nelle edizione del 2017 e del 2018, ha risposto con una battuta: «Non si può uscire papi e rientrare cardinali». L’edizione 2021, a suo avviso, non è a rischio: «Penso che si farà, a marzo e con le dovute cautele e con quello che si potrà fare in quel momento».
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