Il vocabolo canfin fa parte di quell’insieme di parole del dialetto veneto antico. Una parola dal significato perduto, significato che in pochi ricordano. GUARDA TUTTI I VIDEO SUL DIALETTO DI MARGHERITA BEATO
Canfin
Canfin indica la lampada in ferro e vetro, a petrolio, utilizzata sia a mano che come lampadario da soffitto. Questa produce una luce bellissima, chiara ed animata, in lontananza al buio sembra quasi una stella. Si utilizzava moltissimo prima della scoperta e diffusione della corrente elettrica, è sopravvissuto anche in seguito, soprattutto in barca dai pescatori, o nelle stalle durante il filò. Ora si utilizza principalmente come oggetto ornamentale.
Ci sono varie ipotesi che spiegano l’etimologia della parola. C’è chi fa derivare la parola dall’unione di due termini inglesi: can (contenitore) e fine (nel senso di raffinato), dunque sol significato di latta di petrolio raffinato. Un’altra ipotesi è quella di derivazione dalla parola canfene, ovvero una sostanza utilizzata per alimentare le lampade intorno alla metà dell’Ottocento. Questa verrà presto sostituita perché a rischio di esplosione.
Non sercar rogne col canfin: con questo modo di dire si esprime la preoccupazione che qualcuno possa cacciarsi in brutte situazioni.
Dialetto veramente interessante e ricco di spunti!