La Voce della Città Metropolitana

Patrizio Bertin: chiusi 25 mila negozi in Veneto

Intervistato Patrizio Bertin, neo presidente della Confcommercio in Veneto, sul Covid e la sua recente delega per le infrastrutture nazionali

25 mila negozi hanno abbassato definitivamente le serrande dall’inizio dell’emergenza Covid nel Veneto e se i prossimi due fine settimana saranno blindati, altri non riapriranno più. Un dato allarmante sul quale la Confcommercio sta lavorando per guidare molti negozianti della regione a riposizionarsi sul mercato dato il boom degli acquisti on line. +29,2%. Ne parliamo con il presidente della Confcommercio del Veneto Patrizio Bertin

Intervista a Patrizio Bertin

“Le cifre che ho dato sono dati da Unioncamere, quindi sono dati reali, quello che abbiamo visto è impressionante, 25 mila imprese chiuse in lockdown, sia commercio o servizi; una grande parte dell’Italia sia fermata, e l’impatto è consistente in ogni settore” afferma Bertin, presidente Confcommercio.

“Noi viviamo questa situazione in maniera più drammatica perchè quando la Germania ha dato ristori importanti, con le nostre condizioni non si può tenere il passo; noi siamo penalizzati e ci viene imputata questa difficoltà, il sistema in Italia non è in grado di soddisfare le imprese.” commenta Bertin.

Si sono viste perdite ingenti in alcuni settori, come moda e calzaturiero, ma resilienza nell’alimentare e dove le vendite si sono spostate online.

“Io non sono contro il commercio online; solo contro le grandi piattaforme che sfruttano la situazione ma versano i loro capitali in paesi con fisco favorevole lasciandoci le briciole” commenta Bertini. “Il governo doveva prendere delle misure su questo prima di una tale emergenza dove il piccolo negozio ha sofferto e i grandi gruppi hanno fatto un extra 60% di introiti”.

“Siamo un paese un po in contraddizione con se stesso; non ci sono idee e regole chiare, gli imprenditori hanno bisogno di certezze per fare il loro lavoro. Se vuoi incentivare i piccoli negozi non proibisci il fare la spesa il giorno dopo per evitare assembramenti, sono controsensi”.

Proposte della Confcommercio

“Cerchiamo di trarre opportunità dalla crisi, dobbiamo rinnovare, digitalizzare le imprese, migliorare le tecnologie; non abbiamo avuto gli strumenti, ora bisogna chiedere al governo maggiore determinazione per mettere questo treno in movimento” afferma Bertini. “Noi vogliamo fare il nostro lavoro e farlo bene, ci sono auterovoli e bravi imprenditori che aspettano solo le giuste competenze, questo sta al governo; adesso con questo capitale che arriva dal recovery fund bisogna investire invece di spendere in sussidi”.

“Ho preso questa carica delle infrastrutture anche digitali da pochi giorni, ora dovrò capire tempi, risorse e logiche per questi investimenti; in questo momento vogliamo essere competitivi per recuperare, non ci manca la creatività” afferma il presidente Confcommercio. “Tra le nostre mani abbiamo servizi turismo e commercio, la situazione che si presenta è disastrosa e dovremo condurre le imprese a resistere, molte località dovranno ricollocarsi, serviranno anni per ristabilire un flusso di capitale, molti purtroppo rischiano di rimanere indietro”.

“Ora come ora le imprese sono troppo poco incoraggiate a investire in Italia, basti pensare al sistema giudiziario, poi si guardi la velocità dei sussidi in Germania; gli altri paesi hanno agito quando serviva agire, ecco dove manca l’Europa, fiscalità, competizione e costi delle imprese, la nostra burocrazia è devastante, sembra insormontabile, speriamo che la pandemia almeno metta in moto necessari cambiamenti” conclude Bertin.

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