Riccardo Szumski ha vinto una battaglia per avere il permesso di trattare i suoi pazienti con l’Idrossiclorochina, farmaco anti-Covid.
Riccardo Szumski
“Premesso che non ho vinto io la battaglia ma tanti medici che hanno opposto il divieto dell’Aifa dell’usarlo normalmente, sull’idea che fosse pericoloso e inefficiente; il divieto è del 28 maggio e già da allora io trattavo con esso, poi è uscito uno studio mondiale, poi ritirato, sulla presunta dannosità del farmaco, che ne ha fatto bloccare l’utilizzo.
Fino ad ora avrò curato tra le fasi tra 120 e 150 persone, chiaramente solo nella fase iniziale al posto di un palliativo come la tachipirina; io e moltissimi colleghi abbiamo deciso di intervenire con questi metodi prima che il paziente peggiori rallentando la polmonite. Una volta partita la polmonite la situazione è ben più grave, se è possibile intervenire prima teniamo la gente fuori dalla terapia intensiva” racconta Szumski. “Il provvedimento che abbiamo ottenuto riconosce che non vi è motivo a non utilizzare il farmaco”.
“Siccome non abbiamo un farmaco antivirale diretto cerchiamo di limitare le conseguenze del virus, un grande processo infiammatorio a livello degli organi.” afferma Szumski.
Il farmaco
“Il farmaco era iniziato come antimalarico, adesso è usato contro malattie autoimmunitarie su cui va ad interferire efficacemente col processo infiammatorio; è quando ci sono complicazioni, e non basta il sistema immunitario, che può fare la differenza.”
“Lo studio è lanciato non solo sa me ma da molteplici medici, il farmaco era già in uso dai Cinesi e a suo tempo per trattare la Sars-1” racconta Szumski. “Non è una novità, e le argomentazioni contro di esso sono ben poco significative”.
Interrogato sul Vaccino Szumski si pronuncia scettico. “Personalmente aspetterò di leggere i dati esaustivi sugli effetti collaterali prima di iniettarmi un vaccino fatto in fretta e furia”.