Esplode la rivolta nel mondo della ristorazione. La scintilla è partita oggi dalla Camera dove il ministro Speranza ha annunciato uno dei punti che sarò inserito nel dpcm del 16 gennaio.
Nuovo dpcm
Da quella data arriverà lo stop all’asporto dopo le 18 nei bar. Non ci stanno i ristoratori a vedersi tagliare anche l’ultima boccata d’ossigeno legata all’asporto e il 15 gennaio andrà in scena la protesta ossia la riapertura dei locali.
A Treviso l’agitazione sarà più soft. Non si tratterà di vere aperture, ma di flash mob per dare voce alla disperazione dato che non stanno arrivando i ristori promessi.
L’associazione “Veneto imprese unite”, presieduta da Andrea Penzo Aiello, che sta coordinando la manifestazione domani incontrerà i prefetti ha annunciato che ai tavoli non siederanno però i clienti, ma solo i titolari e i dipendenti degli esercizi, rispettando le norme di protezione dal virus. Aiello, ha spiegato che vogliono dimostrare che la somministrazione di cibi e bevande nei locali avviene in modo più sicuro che in ambiente domestico.
L’iniziativa di un’osteria a Treviso
L’osteria Trevisi locale storico del centro trevisano stamane causa zona arancione ha regalato fino alle 14 la vetrina di panini e finger food. I cicchetti sono stati confezionati sottovuoto e distribuiti.
In tutta Italia invece attraverso un tam tam via social l’hashtag “#io apro” il 15 gennaio ha raccolto l’adesione di 50 mila ristoratori. La Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio, ha preso le distanze dalla protesta ma la tensione è forte. Questa è la foto scattata stamane a caserta che mostra ristoratori, baristi, produttori vitivinicoli in coda diretti a Roma per protestare.
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