Nel contesto di specifiche attività di prevenzione e contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti sul territorio di Mestre, nella tarda mattinata di ieri i Poliziotti della squadra investigativa del Commissariato di zona ponevano particolare attenzione alle zone circostanti Via Verdi e Riviera XX settembre, in quanto vi era il sospetto di una presunta attività di spaccio ad opera di soggetti di etnia nord africana.
Poco dopo le 15.00, in Via Verdi, gli Agenti notavano transitare a piedi un ragazzo Tunisino, poi identificato per Slaheddin Moussa del’92, immediatamente riconosciuto dai poliziotti operanti quale soggetto gravato da Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere, emessa dalla Corte d’Appello di Venezia, per violazioni riguardanti la Legge sulla droga.
Il soggetto veniva subito riconosciuto perché già arrestato dal medesimo personale nel 2014, in quell’occasione veniva colto nella flagranza del reato di spaccio di sostanze stupefacenti tipo eroina a favore di un giovane italiano presso il “parco del Picchio”.
Il predetto veniva quindi pedinato bloccato e immediatamente perquisito.
Nell’occasione veniva trovato in possesso di un pezzo di Hashish del peso di gr. 3,3 e 830,00 Euro in banconote di diverso taglio, ritenute provento di attività di spaccio.
Il predetto, a seguito dell’arresto operato nel 2014, era stato sottoposto alla minore misura cautelare dell’obbligo di presentazione presso il Commissariato di Mestre, alla quale si era poi sottratto non presentandosi per ottemperare appunto all’obbligo.
Lo stesso, dopo essersi sottratto agli obblighi di firma, veniva deferito da personale delle Volanti, nel mese di novembre del 2015, unitamente ad altri due connazionali, perché trovati in possesso di dodici involucri di stupefacente tipo eroina del peso complessivo di gr. 19,7.
Per quanto è stato accertato la Polizia ritiene che l’arrestato, clandestino nel territorio nazionale, nel periodo in cui si è sottratto ai controlli di Polizia si sia certamente dedicato allo spaccio di stupefacenti.
Ipotesi è certamente avvalorata dalle diverse denunce, anche in stato di arresto, che lo stesso ha patito nel tempo, sempre per violazioni inerenti la normativa sugli stupefacenti.