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Daniele Nicolai: troppa burocrazia in Italia. Codice degli appalti

Oggi è stata la giornata dello scontro tra Salvini e il PD sul Codice degli appalti. Dario Nardella al Corriere della Sera in cui l'ex-renziano primo cittadino di Firenze, chiede una moratoria sul codice degli appalti: e Salvini si è associato, ma una parte del PD non è d'accordo. Vediamo quanto pesa in chili di carta la burocrazia in Italia

Daniele Nicolai, Cgia di Mestre, ci parla dell’ammontare di carte che regolano le numerose normative nel nostro paese: se un’azienda volesse davvero essere sempre informata dovrebbe staccare un dipendente tutto l’anno a leggere se queste carte.

Le parole di Daniele Nicolai

La Burocrazia causa una slavina normativa. E’ questo che causa una burocrazia alle nostre imprese, ma i nostri cittadini, e in sostanza tutto quello che è il contesto socio economico italiano e della nostra realtà veneta. Stiamo parlando di provvedimenti e regolamenti del 2020, che vengono inserite nella Gazzetta Ufficiale, quindi quest’anno ben 123 sono state le Gazzette Ufficiali. Se dovessimo mettere in fila tutto quello che comporta questa produzione normativa, arriveremo a 80 kg di carta”. Spiega Daniele Nicolai.

Daniele Nicolai: negli ultimi anni non è avvenuto nessun progresso

“Non ci sono delle sostanziali differenze direttamente nei numeri, ma siamo sempre a 80 kg. Navighiamo su numeri e che ogni anno sono più o meno gli stessi. Purtroppo questi numeri messi assieme,  mettono il nostro paese tra i peggiori  riguardo al contesto europeo. In Italia abbiamo circa 160.000 norme, mentre in Germania ce ne sono appena 5000. ”

Daniele Nicolai: Calderoli aveva iniziato a semplificare le cose

Si, questo in parte era avvenuto però poi la produzione normativa ha continuato nel suo processo in essere, purtroppo questa sovrapposizione si è creata anche perché negli ultimi anni si è fatto sempre più ricorso a quelli che sono i decreti legislativi. Sappiamo che per far diventare operativi queste decreti legislativi, servono dei decreti attuativi, quindi di solito ha un provvedimento legislativo,>poi ne susseguono tanti tanti altri di tipo operativo ed è tutto questo che manda sostanzialmente in confusione il contribuente ma anche che contribuisce a punta in alzare questo numero di norme e in un secondo momento è chiaro che l’iperlegislazione è anche dovuta al fatto che ci sono delle sovrapposizioni normative che attualmente non sono state risolte.”

Draghi cambierà le cose?

E’ necessario metterci mano, la digitalizzazione è anche uno degli obiettivi del governo Draghi. Noi sappiamo che da questo punto di vista, l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei e quindi anche da questo punto di vista noi auspichiamo che i moduli diventino finalmente telematici per tutti. Quindi togliere carte sarebbe un bel successo. E’ importante che ci sia un intervento oltre che di semplificazione anche di un uniformare quelli che sono i modelli richiesti dalle imprese evitando duplicazioni “. Continua Daniele Nicolai.

Cosa si può evitare

“Ad esempio i fatturati degli anni precedenti sono conosciuti in qualche modo dalla nostra amministrazione finanziaria,  diciamo tutto passa ormai per banche dati e  ci sono sicuramente delle cose che non vanno richieste nuovamente a un imprenditore che ha già comunicato questi tipi di dati, sono già presenti nelle banche dati della pubblica amministrazione. Il problema che ancora queste banche dati non dialogano completamente tra di loro.”

Cosa fanno i dirigenti pubblici

“Se generano confusione alle imprese e ai cittadini, generano anche difficoltà interpretative nella pubblica amministrazione stessa. Quindi il lavoro di semplificazione e di miglioramento di quello che è il contesto burocratico italiano andrebbe a vantaggio anche della pubblica amministrazione stessa. Ci sarebbe più velocità, meno paura di sbagliare e una capacità di dare risposte alle imprese in tempi certi e veloci. Si pensi che in Italia, solo per il costo burocratico alle imprese, sostengono un corso di circa 57 miliardi , tre punti di PIL se lo misuriamo con il prodotto interno lordo del 2019 ,e, nonostante anche l’Unione Europea abbia dato un’attenzione particolare alle piccole imprese.

Nel 2019 Sono state tolte in parte norme che hanno facilitato le imprese per 300 milioni di euro in meno ma prima c’era un carico invece di 57 miliardi”.

Con l’informatizzazione si riducono posti di lavoro

“L’ostacolo è solo parziale,  è probabile che con la meccanizzazione anche con la digitalizzazione, nell’immediato  si vada a perdere qualche posto di lavoro però ricordiamo che l’economia dell’Innovazione ha sempre creato posti di lavoro. L’occupazione aumenta ed è ambientata anche nel nostro contesto economico degli ultimi 10 anni, crisi a parte. Anche se l’ Italia è un paese che cresceva poco,  l’occupazione è comunque salita. E’ il valore che ci  riporta su livelli pre-crisi, anche se magari il PIL non ha corso così tanto come negli altri paesi europei quindi sicuramente può essere può essere anche uno stimolo. Bisogna ricordare che L’aspetto fondamentale forse una formazione perché se c’è una formazione adeguata non c’è la paura digitalizzati”.

“Ci sarà un riposizionamento,  anche magari per alcuni settori economici che magari sono un po’ più maturi ma sempre su un fronte di tutte le cose che riguardano un po’ solo la digitalizzazione ma anche l’efficienza.

Cosa blocca i cantieri

“Ovviamente sono bloccati dalla burocrazia, anche se alcune opere pubbliche sono riuscite a velocizzare. Generalmente però si tende ad andare a rilento”. Conclude Daniele Nicolai.

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