Sono passati 20 anni da quando Mario Stefani decise di porre fine alla sua esistenza. La sua morte, la morte di un poeta, fu ed è una tragedia per tutti perché il poeta, come disse Moravia ai funerali di Pasolini: “Dovrebbe essere sacro.”
Mario Stefani
Sul valore dei suoi scritti, è il tempo il miglior recensore. Di certo alcuni suoi versi restano scolpiti nella memoria collettiva. Alcuni di questi sono: “Se Venezia non avesse il ponte, l’Europa sarebbe un isola”, oppure come la straziante definizione di solitudine che, non è essere soli, ma amare gli altri inutilmente. Questa frase è riportata anche sulla lapide all’esterno della sua abitazione a San Giacomo dell’Orio.
Proprio qui oggi 4 marzo 2021, a 20 anni esatti dalla sua morte, l’assessore alla toponomastica del comune di Venezia, Paola Mar ha ricordato Mario Stefani con una piccola cerimonia alla presenza anche del nipote, Nicola Bernardi.
Le parole dell’assessore Paola Mar
“Oggi rendiamo omaggio a Mario Stefani e la frase scritta su questa lapide è in pratica anche per il periodo che stiamo vivendo. Durante questo infatti, molte persone sono costrette a vivere sole a causa della pandemia.” Ha detto l’assessore Mar.
“Stefani però attraverso la sua poesia ci ha lasciato anche parte della sua vita. E’ la testimonianza di un forte impegno civico per la salvaguardia di Venezia. Una costante contro il consumismo e la mercificazione, restando vicino agli umili, come in queste immagini d’archivio che lo ritraggono ad un incontro con i ferrovieri, solo due mesi prima di suicidarsi.” Ha continuato. L’aspetto sereno e gioviale, con il quale si presentava in pubblico, nascondeva in realtà quella solitudine inquieta, dalla quale non riuscì mai a liberarsi.