Proseguono i controlli delle Fiamme Gialle a Treviso. Si è prestato riferimento ai dispositivi per fronteggiare l’emergenza da COVID-19. Nei giorni scorsi, i finanzieri della Compagnia di Conegliano hanno sequestrato, in tre distinti interventi, più di 4.300 mascherine.
Sequestro di mascherine
Per la maggior parte erano dispositivi di protezione individuale, ma anche mascherine “chirurgiche” e mascherine “di comunità”. Questo intervento è stato possibile in seguito all’intensificazione dei servizi di monitoraggio e all’esito di mirate attività di indagine.
Le ipotesi di illecito alla base dei tre sequestri vanno dalla contraffazione dei marchi all’importazione di prodotti. Inoltre era presente la commercializzazione di dispositivi di protezione individuale e mascherine “chirurgiche”, privi del marchio CE. Queste, con indicazione di un organismo notificato, non presentavano tuttavia la preventiva autorizzazione in deroga da parte degli organi nazionali competenti.
I primi due interventi
Il primo degli interventi è scaturito da un monitoraggio dei social network. Grazie a questo infatti, le Fiamme Gialle coneglianesi hanno individuato una persona che commercializzava mascherine di comunità recanti marchi di note case di moda (Gucci e Prada su tutte). Sequestrata merce palesemente contraffatta su disposizione dell’Autorità Giudiziaria trevigiana.
Al secondo sequestro, invece, i finanzieri sono giunti grazie all’analisi delle importazioni dalla Cina effettuate da un’azienda di Codognè. Grazie a questo processo, assieme al monitoraggio delle mascherine esposte in vendita in un esercizio commerciale coneglianese, gestito da cinesi, individuate e sequestrate mascherine prive del marchio CE. Inoltre, queste erano poste in vendita, in assenza della preventiva autorizzazione in deroga, sia come dispositivi di protezione individuale che come dispositivi medici.
Intervento conclusivo
All’interno dell’azienda di Codgnè, nel corso di una perquisizione delegata dalla Procura di Venezia (competente in quanto l’importazione era avvenuta per via aerea a Tessera), sono state sequestrate anche numerose confezioni per le mascherine. Su queste, in aggiunta alle indicazioni apposte dal fabbricante cinese, era stato riprodotto illecitamente il marchio CE.
Lo scopo principe era ingannare i consumatori sull’idoneità delle mascherine a essere vendute nel territorio dell’Unione Europea. I tre interventi testimoniano ulteriormente l’impegno della Guardia di Finanza a tutela del mercato dei beni e della salute dei consumatori, soprattutto nell’attuale fase emergenziale. L’obiettivo è sicuramente di consentire agli utenti l’accesso a corrette e complete informazioni e l’acquisto di prodotti certificati e sicuri.