Merletti di Burano: un patrimonio storico e culturale da difendere e rilanciare. L’impegno può essere non solo culturale, ma anche imprenditoriale. Ne siamo convinti a Confartigianato Venezia, l’Associazione che rappresenta la stragrande maggioranza degli artigiani veneziani da sempre attiva nel salvaguardare le autentiche tradizioni del territorio. Dalla festa per i 100 anni di Emma Vidal, che ha fatto onore alla storia del merletto, si è sviluppato un dibattito attorno alla rinascita di quest’arte a Burano, autentica perla rara del nostro artigianato.
In quest’ottica Confartigianato Venezia offre la propria disponibilità in un eventuale progetto di sviluppo.
“Siamo al servizio dell’artigianato e di Venezia – spiegano dall’Associazione – crediamo nel rilancio delle tradizioni in chiave moderna e contemporanea. Le esperienze sul merletto di Burano non mancano in Confartigianato Venezia, conoscenze che non devono esser perdute ma alimentate e diffuse”.
“Abbiamo visto morire lentamente quest’arte – afferma Gianni De Checchi, segretario di Confartigianato Venezia – e nel 2010 ci siamo fatti portatori di una progetto di rinascita e sviluppo a tutto tondo. Si è trattato di un’iniziativa importante nell’ambito del Progetto Challenge del Fondo Sociale Europeo che ha visto 940 ore di formazione e 160 ore di stage. E in una seconda fase sono state realizzate 100 ore di consulenza a tutti i soggetti coinvolti: 10 allieve e molte aziende artigiane. Il nostro obiettivo era indubbiamente ambizioso – continua De Checchi- cioè realizzare non solo un’attività formativa nell’ambito del merletto ma collegare questo progetto a concrete opzioni commerciali per dare respiro e continuità a qualsiasi tipo di azione a lungo termine.”
Il merletto, secondo Confartigianato Venezia, non può sopravvivere se si tramanda esclusivamente tra privati volonterosi di salvaguardare la propria cultura ma deve avere sbocchi commerciali significativi e concreti per poter avere continuità e appetibilità. Insomma, riuscire a stare in piedi da solo anche economicamente.
“Per questo – continua Enrico Vettore, responsabile del progetto – abbiamo cercato di fare rete tra le merlettaie del corso di formazione dove in cattedra c’era la grande Lucia Costantini, e il mondo dell’impresa artigiana di qualità. Ricordo grandi collaborazioni con un’azienda orafa per la realizzazione di veri e propri gioielli in oro e merletto, ed altre ancora. Il mondo della moda e delle grandi firme possono offrire un terreno enorme alla prosecuzione dell’arte del merletto. Eravamo riusciti a far partire tre merlettaie che hanno aperto la propria ditta e sono rimaste in attività per circa tre anni. Poi sono state travolte dalle enormi difficoltà. Il nostro Paese non aiuta questo genere di iniziative e chiede i soldi delle tasse prima ancora della nascita dell’impresa.”
Secondo Confartigianato Venezia il mercato locale non basta per costruire una ‘rinascita’, inevitabilmente posizionato troppo in basso oggi si rivolge quasi esclusivamente ai turisti e quindi il rischio è quello della vendita di merletti prodotti a macchina. L’associazione reputa necessario alzare il posizionamento commerciale per giustificare i costi enormi che ruotano attorno a questo mestiere artistico. Una mera operazione culturale, secondo Confartigianato, non è sufficiente.
“Il progetto è fallito – conclude De Checchi – perchè le difficoltà sono state enormi, non ce l’abbiamo fatta. Forse oggi i tempi sono più maturi. Interessante è l’approccio della signora Mariacristina Gribaudi che oltre ad essere Presidente dei Musei Civici è anche un’imprenditrice. Io e i miei collaboratori siamo a sua disposizione per raccontare le nostre esperienze e confrontarci al fine di costruire assieme delle iniziative che tutelino questa attività sul lungo termine. Lo slogan in cui crediamo è sempre lo stesso, innovazione nella tradizione, che era anche il nome del Progetto Merletto del 2010”.
Buongiorno, noi crediamo che patrimoni come il merletto di Burano andrebbero tutelati e rilanciati soprattutto per mostrare ai turisti che alcune tradizioni del veneziano sono ancora vive e continuano a svilupparsi nel tempo e non diventano solo un motivo di commercio e un ricordo della vacanza. Sono parte della cultura di Venezia e andrebbero mostrate come tali ai turisti, almeno dal nostro punto di vista. Speriamo che nel tempo ci sia la possibilità di attivare qualche iniziativa perchè è davvero un peccato che questa antica attività non continui a svilupparsi.