Dopo un anno di Didattica a distanza, è calata la voglia di studiare. Il 40% degli studenti, infatti, ha percepito un peggioramento nelle proprie attività di studio e il 65% fatica a seguire le lezioni, con un 77% dei ragazzi che vorrebbe tornare al più presto a seguire le lezioni in presenza.
I ragazzi e l’attenzione durante le lezioni
Da una ricerca di Parole Ostili e dell’Istituto Toniolo, è infatti emerso che sebbene si abbia avuto la possibilità di fruire delle lezioni a distanza, non è migliorata la possibilità di studiare e seguire bene le lezioni.
Sentirsi adeguatamente preparati e pienamente coinvolti nella l’approccio formativo è un elemento che sta venendo a mancare. Cresce anche il tempo che i ragazzi passano sui social network senza limitazioni imposte dai genitori sulle ore trascorse al telefono.
A questo proposito, la professoressa Mutarello ci parla di questa perdita di attenzione da parte dei ragazzi rispetto al mezzo e al suo utilizzo. “In alcune discipline è complesso sostenere delle verifiche adeguate e oggettive per la preparazione dei ragazzi. Perché giustamente i ragazzi approfittano di queste situazioni anche per accedere a fonti diverse. Alcune materie hanno la necessità di essere cambiate perché i ragazzi hanno la possibilità di consultare fonti differenti. Tuttavia l’aspetto più importante da sottolineare è quello del calo dell’attenzione.”
Gli insegnanti ricercano l’attenzione dei ragazzi
“E’ evidente che siamo noi professori che dobbiamo cambiare anche il modo di fare la lezione. L’attenzione infatti viene distratta da altro in casa, tenendo conto che questi ragazzi non sono da soli in casa. Molto spesso hanno dei fratelli e tante volte capita che ci siano delle interferenze delle situazioni più varie.” Così ci spiega la professoressa Mutarello.
“Però io voglio anche sottolineare che, chi risente maggiormente di questo problema dell’attenzione, è quel ragazzo che, normalmente, anche in classe soffre di problemi di attenzione. Diciamo che questa didattica distanza ha veramente creato una differenza tra chi è in grado di concentrarsi ugualmente e i ragazzi che invece hanno delle difficoltà. ”
“Quando noi siamo in classe è molto più facile scoprire il momento della disattenzione perché abbiamo i ragazzi sotto gli occhi. in questo modo, quindi, è possibile magari avvicinarsi al ragazzo e cercare in qualche modo di destare l’attenzione con diversi strumenti. In questo momento non li abbiamo. Dietro uno schermo molte volte la webcam non è accesa e quindi non ci impegniamo per aiutarli nella loro disattenzione ma è anche difficile e in questo modo, si può dire, che le fragilità diventano più serie così.” Conclude la professoressa del Liceo Scientifico U. Morin.
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