In questa nuova puntata de La Voce della Città Metropolitana, Maria Stella Donà intervista Valter Novembrini, rappresentante dei lavoratori dell’Actv, segretario della FILT CGIL. La verità non è soltanto quella di una parte, ma è ben più complessa: una nuova prospettiva.
Parliamo delle tensioni vissute dagli utenti e della questione contrattuale?
Valter Novembrini, segretario della FILT CGIL: “Sono due questioni legate. Abbiamo visto per più o meno tutto il mese di maggio che il servizio dell’azienda è assolutamente insufficiente. I lavoratori, però, sono gli unici al fronte, a rappresentarla”.
“Hanno raccontato che non ci sono risorse. Hanno fatto partire le mancanze di corse, ma poi il bilancio è stato chiuso in attivo. Il Governo ha stanziato più soldi del 2020 per il 2021. Non si capisce perché vogliano far vivere alla città questo servizio. Come si fa a organizzare iniziative di ripartenza senza pensare che la gente vada trasportata”.
Ma i soldi di Roma non servono a compensare le perdite?
“Ripeto: 2020 il bilancio è attivo di 150 mila euro. Adesso ci sono più soldi, i cittadini meritano un servizio degno di tale nome”.
Quindi non c’è un problema di soldi?
“Quest’anno sappiamo che ci sono e non si capisce perché i servizi non vengano garantiti: questo è il punto. Ci sono le risorse per il 2021, per il 2022 si vedrà. Non è possibile vivere un 2021 peggio del 2020. Negli ultimi due weekend gli approdi sono stati presidiati dalla polizia. Il sindaco si assuma la responsabilità di dire che Venezia dev’essere militarizzata. Ci sono soltanto i lavoratori a rappresentare l’azienda e i passeggeri si arrabbiano con loro. Così non può funzionare”.
Il termine “Sciopero bianco” è corretto?
“Io escludo totalmente. È chiaro che l’azienda abbia provato a scaricare sui lavoratori il peso delle proprie responsabilità. Loro sono gli unici in prima linea: non ci sono i dirigenti lì, non c’è il sindaco. Il bilancio si è chiuso in attivo, le risorse non mancano. Invece viene detto che i soldi mancano e le corse non vengono garantite. È necessario garantire un servizio.
La questione dei rapporti tra la popolazione e i dipendenti della Actv è molto difficile. Ci sono dei disservizi che forse nascono dalle tensioni?
“Questo può darsi, poi è chiaro che Venezia ha una necessità di trasporto pubblico diversa da qualsiasi altra città. Il centro storico è obbligato al mezzo pubblico e questo provoca l’adattamento dei cittadini a certi orari. Infatti, se il servizio comincia a non funzionare, tutti si lamentano e si appellano all’Actv, e non al comandante del traghetto. La responsabilità di rappresentare l’azienda deve essere presa proprio da quest’ultima figura. Il servizio dell’azienda è andato via via peggiorando anche nell’offerta dei mezzi.
Al di là delle considerazioni di bilancio, siamo un’azienda di trasporto pubblico e come tale deve essere un trasporto adeguato. Prima della pandemia, il Comune di Venezia si prendeva i soldi delle tariffe per la sua economia invece di finanziare i trasporti pubblici, per cui i cittadini spendevano questo denaro.
Siamo stati noi a marzo 2020 a dire al comune che tutto ciò era sbagliato. Questo ci fa capire come si vuole lucrare con i soldi dei cittadini e non garantire alla città un trasporto adeguato.
Per gli anni 2020 e 2021non verranno più chiesti dei fondi all’Actv, ma se nel 2022 torneranno i turisti, allora possono ricominciare a chiederli. Invece di finanziare il trasporto finanzia Venezia. I cittadini quando pagano il servizio di trasporto hanno il diritto e meritano di averne uno adeguato”.
In questo momento siete a un punto morto con il Comune di Venezia. C’è la possibilità che troviate un accordo?
“Noi abbiamo fatto una controproposta e l’azienda ci ha convocato per lunedì. Staremo a vedere se ci sarà uno sbocco serio però è chiaro che la mia organizzazione non può sottoscrivere un accordo che dice che questa qualità di servizio è quella che va bene per l’estate 2021. L’amministrazione comunale deve fare la sua parte”, ha concluso Valter Novembrini.