La Voce della Città Metropolitana

Mario Pozza: assistere le imprese nei mercati internazionali

L'Italia ha perso prestigio internazionale e gli imprenditori hanno bisogno di supporto quando fanno affari oltre frontiere. Abbiamo commentato la vicenda di Marco Zennaro con il presidente dell'Unione delle Camere di Commercio Venete, il qual ha consigliato di rivolgersi anche alle Camere di Commercio prima di muoversi all'estero

Oggi a La voce della città metropolitana di Maria Stella Donà abbiamo Mario Pozza, Presidente Unioncamere del Veneto. È una figura centrale per l’osservatorio sul Veneto e sulla sua economia.

Secondo lei la situazione economica delle imprese, in questo momento, com’è?

“Abbiamo diversi approfondimenti messi in campo dalle associazioni di categoria per capire la situazione economica dopo la pandemia. Ci sono dei segnali positivi e delle criticità ma ci fa ben sperare la positività dell’imprenditore. Con i vaccini c’è la speranza di un rilancio economico”.

Mario Pozza, come sono viste le ultime decisioni prese dal governo Draghi?

“Direi che le imprese hanno apprezzato lo sforzo ma noi avremmo preferito degli aiuti più mirati. Tant’è vero che c’è stato un intervento sulla classificazione degli aiuti da parte del governo.

Ci sono stati aiuti per quanto riguarda la ristorazione che erano ben sperati e, attraverso la regione e le camere di commercio, sono arrivati. Non dobbiamo dimenticarci che il nostro paese è fortemente indebitato quindi non abbiamo potuto erogare un grosso contributo per i ristori”.

Dei miliardi messi a disposizione però ne sono stati usati pochi. L’indebitamento è dovuto alle casse integrazioni?

“La cassa integrazione, il reddito di crisi e il reddito di cittadinanza hanno fatto spendere miliardi. Bisogna pensare a una riforma fiscale e sostenere l’economia”.

Proprio in queste ore si sta parlando di una riforma fiscale

“Ci vuole una riforma a 360 gradi. Uno dei nostri problemi è la tassazione sulla busta paga dei lavoratori che è troppo alta, arriviamo al 65%”.

Una delle soluzioni, infatti, è diminuire il reddito di cittadinanza e alleggerire le tasse che i lavoratori pagano nella busta paga

“Così c’è un’esortazione a trovarsi un’occupazione e a rendere giustizia al lavoro e all’impegno giornaliero del lavoratore. Se va avanti in questo modo, il lavoratore ha un governo socio che prende, non che apporta in contributi o idee”.

In questo momento le imprese come si stanno muovendo? Prendiamo in considerazione la scarcerazione di Marco Zennaro

Io sono contento di questa scarcerazione. Mi sono speso subito affinchè il governo intervenisse per le piccole imprese che affrontano il mercato estero.

Da una parte si invita ad essere internazionali, ma dall’altra c’è bisogno di assistenza. Fortunatamente il ministero degli esteri è riuscito a intervenire. Era chiuso in una cella di sei metri quadrati con altre 20 persone, quindi può immaginare le condizioni di igiene”.

Le cause civili non prevedono quel tipo di carcere quindi era del tutto innocente

“Esatto. C’è da dire che la perizia è stata fatta da un’azienda concorrente che aveva perso un appalto. Mi auguro che questo non accada più e che ci sia un’assistenza maggiore verso il mondo delle piccole imprese. Il governo le deve sostenere in questi paesi difficili come, ad esempio, certi paesi del nord Africa”.

Secondo lei com’è riuscita l’ambasciata a imporsi senza pagare i 700 mila euro che venivano richiesti?

“La storia la sapremo alla fine, forse. Mi auguro che sia fatta giustizia in tempi stretti in modo che torni dalla famiglia e dall’azienda”.

Sembra che l’Italia abbia poco peso all’estero e molti imprenditori si stanno chiedendo se andare a lavorare all’estero

“Il problema sta nella credibilità che il paese ha, e noi ne abbiamo persa negli ultimi anni. Poi il Sudan è vicino a una zona, l’Etiopia, dove noi avevamo grande influenza. Purtroppo paghiamo i conti dei cambiamenti che ci sono stati a livello mondiale a causa della geografia politica che muta continuamente.

Queste zone ora sono influenzate molto di più da Cina e Turchia. Ci sono anche fattori religiosi che entrano in gioco. Paghiamo tutte queste tensioni”.

Mario Pozza il consiglio che dà agli imprenditori è di spostarsi da queste aree?

“No, il consiglio che do è di informarsi molto bene con le ambasciate, i consolati e le camere italiane estere. Ci sono dei soggetti che possono darti delle garanzie e invito gli imprenditori a sentire le camere di commercio. Chiedere se lì c’è un punto di riferimento per loro per sostenerli.

La nostra agenzia VenicePromex, invece, promuove l’economia veneta. Queste istituzioni vanno sfruttate per ponderare la scelta su dove investire e esportare”.

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