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Andrea Gersich: 31 grandi navi a Fusina. Ultimi sviluppi

31 navi fino alla fine dell'anno. E' la boccata di ossigeno per gli operatori che lavorano nella crocieristica. Dal 2 settembre il traffico a Venezia è ripreso con navi di medio tonnellaggio grazie anche al terminal di Fusina. Ne parliamo con chi si è battuto da oltre un anno per questa soluzione anche per capire le prospettive

Siamo qui oggi in collegamento con Andrea Gersich. Molti veneziani lo conosceranno, si tratta di un grande conoscitore del mondo del turismo. Gestore di una grande agenzia di viaggi, AlbaTravel, e soprattutto profilo legato a doppio filo con una battaglia ultimamente passata in sordina. Stiamo parlando del movimento Ipotesi Fusina, secondo cui le grandi navi dovevano attraccare a Fusina, a cui hanno preso parte con Andrea anche Renzo Scarpa, Ottavio Serena e Renato d’Arsiè.

Tutti visti come visionari e illusi, e invece il 2 settembre è arrivata la prima imbarcazione di medie dimensioni, la Europe 2, proprio a Fusina. Con questa, previste anche altre navi in arrivo entro il 31 dicembre. Si parla di 10 navi a Fusina, 18 alla Marittima e una al Terminal Container Vecon di Porto Marghera. Grazie Andrea di essere con noi.

Andrea, come ci si sente ad averci visto lungo?

“Ci si sente molto soddisfatti. Noi abbiamo portato avanti la  nostra battaglia su qualsiasi livello, arrivando fino a Roma dal ministro Franceschini perché qui a Venezia avevamo poco ascolto se non dai tecnici, che sapevano bene di cosa stessimo parlando.”

Facciamo vedere le immagini di questa banchina a Fusina. Molti la ricollegano al luogo ricreativo in cui poter prendere il sole, ma se osserviamo qui notiamo che c’è spazio a sufficienza per accogliere più di una grande nave. Ne è appena attraccata una di 42mila tonnellate, ma lo spazio consente l’approdo di mezzi anche più grandi. È esatto?

“Sì. Quella che avete mostrato ora è la seconda darsena. Fusina infatti ospita 2 darsene: la prima è già attiva da diversi anni, adibita ad accogliere i traghetti in arrivo dalla Grecia, mentre questa che avete appena mostrato è di 298 metri nella sua sponda più lunga. Stiamo parlando di dimensioni notevoli, adeguate all’attracco di navi alla pari di quelle che si insinuavano fino a Venezia Marittima di 96mila tonnellate.

Il sistema attraverso cui questo potrebbe diventare possibile è detto “mooring dolphin”, ovvero una boa fissa che estende ulteriormente la banchina di 30 o 40 metri. In questo modo, sarà abilitata ad accogliere navi di 75mila o 80mila tonnellate senza alcun impaccio, e senza ledere alle attività di pesca della zona. Si tratta ovviamente di navi che non potranno più percorrere il canale della Giudecca. Proprio in queste ore si sta votando alla Camera il decreto che impedirà il transito delle grandi navi perché questo diventi legge”, ha detto Andrea Gersich.

Lei in prima persona si è battuto strenuamente per questa causa, anche perché la sua attività ha bisogno di questi turisti in città. Nemmeno un settembre così è bastato per recuperare le perdite dei periodi di chiusura da covid.

“Esattamente. Difatti, il primo interesse della nostra battaglia era di favorire il mondo del lavoro. Bloccare il flusso crocieristico a Venezia significa la perdita di più di 4000 posti di lavoro. Con la nostra proposta, invece, viene garantita la continuazione del servizio di crociere, permettendo a buona parte di questi posti di essere mantenuti.”

E le resistenze principali pare arrivassero dal terminal della Marittima, per cui era stato investito ingentemente negli ultimi anni. Fusina invece sarebbe di proprietà della Mantovani. Lei conferma?

“Sì, però occore fare un chiarimento. Il nostro progetto garantiva che le operazioni di check-in e check-out venissero svolte nel terminal della Marittima. Nemmeno noi saremmo stati favorevoli a trascurare una struttura così moderna. Non a caso, il nome del progetto è Ghost Harbor, proprio perché le navi non avrebbero attraccato lì pur venendovi registrate. Questo perché, come tutti i porti di Venezia, i due porti sono collegati da un servizio di rotaie. L’esito finale prevederebbe che dalla Fusina alla Marittima si possano trasportare passeggeri e bagagli via treno.

Certo si tratta di una spesa non indifferente. Tenga però presente che è dal 2017 che portiamo avanti questa battaglia. Se ci fosse stata prestata attenzione fin da subito, avremmo elaborato un piano operativo ben più accurato di come siamo costretti a fare ora che già le prime navi sono in arrivo. Quello del trasporto per treno può sembrare in apparenza un procedimento scomodo. Tuttavia si tratta di una prassi comune a qualunque avamporto in cui non sia possibile un accesso diretto alla città”, ha detto Andrea Gersich.

E se la soluzione fosse invece lasciare le cose così come sono, cioè lasciar approdare i turisti direttamente a Fusina? La Marittima potrebbe a quel punto accedere alla vostra piattaforma per il servizio di trasporto in città?

“I portabagagli devono essere gli stessi. Per quanto riguarda i servizi logistici, invece, il lavoro è suddiviso equamente tra le due sponde. Da un lato, cioè, gli addetti al rifornimento, locati a Fusina, dall’altro il personale doganale, disposto nella Marittima in quanto unico luogo abilitato alle procedure di check-in e check-out al momento.”

Il traffico navale non ne uscirebbe però rallentato, con l’accesso permesso quasi unicamente a navi di media stazza? A quel punto si concretizzerebbe l’ipotesi della frangia più moderata nel dibattito sulle grandi navi, che vedrebbe Venezia come punto di attracco per crociere con passeggeri esclusivi.

“Di fatto sì. Attenzione però che nemmeno a Venezia si sono mai vista navi davvero grandi, causa l’autolimitazione delle compagnie che fissavano 96mila tonnellate come tetto massimo. Bisogna mettere in chiaro che navi di grandi dimensioni sfiorano in alcuni casi le 200mila. E navi di questo genere portano con sé un impatto non solo ambientale, ma specialmente a terra, oberando le aree coinvolte di un lavoro che non erano in grado di sostenere.

Noi non ce lo ricordiamo già più, ma quando anche a Venezia sbarcavano 12 navi in un giorno, servizi turistici come gondole, guide e ristoranti diventavano inaccessibili. Potrebbe sembrare questa una teoria contro i miei stessi interessi di tour operator, ma è l’opposto. Il turismo ideale per una città è ad affluenza contenuta ma di qualità alta”, ha detto Andrea Gersich.

Abbiamo accennato prima che entro il 31 dicembre è previsto l’arrivo di 31 navi. Se si mantenesse questo trend, le entrate che questo turismo garantirebbe riuscirebbero a sostenere i 5000 operatori?

“Purtroppo non tutti e 5000. Questo perché il momento con il più alto tasso di coinvolgimento di personale è quello di check-in e check-out. Avendo navi di dimensioni più ridotte, il numero di operatori richiesti sarà inferiore. La sola speranza per cui quei posti di lavoro non vadano in fumo è che il livello qualitativo del turismo si alzi, creando posti di lavoro in altri settori, come guide e addetti ad altri servizi di lusso”, ha detto Andrea Gersich.

E cosa ci sa dire di Marghera? Lì i numeri sembrerebbero notevolmente inferiori.

“Sì, i due terminal di Marghera svolgono un’altra funzione rispetto a Fusina o alla Marittima. Ha il compito, cioè di accogliere navi porta-container, trovandosi nel cuore di una zona industriale lontana dal centro città.”

Grazie Andrea per essere stato con noi. Ci hai dimostrato che, spesso, essere visionari ripaga. O forse semplicemente essere avveduti.

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