Per questa nuova puntata de La Voce della Città Metropolitana, siamo in collegamento con l’astrofisico Fabrizio Tamburini.
Fabrizio Tamburini cos’ha scoperto riguardo i numeri primi?
“Io e il collega Licata abbiamo costruito un metodo matematico, basato sulla fisica quantistica, per studiare l’andamento di una funzione particolare che descrive quanti numeri primi ci sono prima di un numero dato.”
Fino ad ora non si sapeva quanti fossero, giusto?
“Non c’è un modo univoco per calcolarli quindi vi poteva essere qualche numero primo sconosciuto e sfuggito a questa contabilità” ha detto Fabrizio Tamburini.
Il numero primo è quel numero che si divide solo per sé stesso. Quindi prima del 10 quanti numeri primi abbiamo?
“Abbiamo il 2, 3, 5, 7. In realtà, vi possono essere infiniti numeri primi. La maggior parte della crittografia che si fa online è basata sul prodotto di numeri primi.”
La conversazione criptata, come ha spiegato lei, va sul numero primo che è stato scoperto.
“Va su i numeri primi sui quali si basa la criptografia. Se uno sa esattamente quanti numeri primi ci sono prima di un tot di cifre che può essere utilizzato da un telefonino, allora uno ha una lista finita che può andare a rompere il codice. La sicurezza di queste transazioni infatti si basa sui numeri primi.”
“Ci abbiamo messo un po’ di anni, circa 15, per arrivare a questa scoperta. Abbiamo collaborato anche con grandi matematici come Sir Michael Berry, Bender, Brody. Attraverso questa comune raccolta di modelli matematici, siamo riusciti ad individuare la strada per la dimostrazione” ha detto Fabrizio Tamburini.
“Inoltre uscirà tra un paio di mesi un nuovo progetto di fisica quantistica e teoria delle stringhe, in collaborazione con un premio Nobel.”
Avete dunque individuato la strada per trovare altri numeri che potranno servire per aumentare i numeri da adoperare, ad esempio, per le password nel web.
“Abbiamo confermato la teoria che tot numeri primi erano prima di un numero dato. La cosa più interessante è la bellezza matematica di questa idea.”
Lei è in attesa di un incarico in Austria, giusto?
“Sì, tra qualche settimana. Sono stato in Italia durante la pandemia, ma già da tempo lavoravo all’estero.”
“A me piace avere scambi d’idee con personaggi di altissimo livello. Ad esempio lavoro anche con Peter Weiel per progetti che mescolano arte e scienza. Bisogna andare oltre le proprie frontiere, bisogna spaziare. Mi piacerebbe tornare in Italia per collaborare con figure di altissimo livello come Giorgio Parisi, vincitore del Nobel.”
Qual è stato il contributo di Giorgio Parisi?
“La matematica della complessità. Si è occupato di teoria del caos, di meccanica quantistica fondamentale e di teoria dei campi: ha spaziato su una vastità di argomenti impressionanti.”
Quali sono le implicazioni pratiche della sua scoperta?
“Grazie ai suoi studi sulla teoria del caos, si è focalizzato sui vetri di spin: strutture particolari che possono essere adoperate in borsa, nello studio delle pandemie e del clima” ha detto Fabrizio Tamburini.