Il figlio di Lando Buzzanca, Massimiliano Buzzanca, non vuole che l’attore, stella delle commedie anni ’70, si sposi. Teme che il padre sia stato convinto ad andare all’altare dalla compagna Francesca Della Valle, all’anagrafe Francesca Lavacca, 35 anni più giovane.
Il racconto di Massimiliano Buzzanca
“Tutti lo conoscono come il grande attore, ma papà purtroppo è malato e ha anche la demenza senile. Fino a due settimane fa dicevo a me stesso che era solo ‘scordarello’, perché chiamarla demenza senile mi strugge il cuore, è una cosa seria. Non tornerà mai più indietro, è destinato a stare sempre peggio, non guarirà mai”. Ha spiegato il figlio.
“Mesi fa è caduto e si è procurato un trauma cranico con versamento celebrale. Ancora adesso è ricoverato in una struttura di riabilitazione. Ma la sua situazione era già compromessa prima dell’incidente. Una sera, a cena al ristorante, una signora gli ha chiesto un autografo e lui non è stato in grado di firmarlo.
Non vorrei parlarne pubblicamente perché mi dà un dolore enorme raccontare come sta papà ma devo dirlo. Non è in grado di capire il 90/95% di quello che gli succede intorno, di certo non capisce gli effetti giuridici di un matrimonio. È come un bambino di 8 anni. Ormai quando è in una giornata buona per lui tutto è un gioco, ha ancora l’istinto da attore, è come se stesse sempre recitando”.
Francesca Della Valle vuole sposarsi
La compagna insiste per le nozze, ma per il figlio è una cosa incomprensibile. Pensa che la signora Della Valle voglia sposarlo solamente per interesse. “Il problema non è la differenza di età, perché prima di lei papà aveva avuto altre persone molto più giovani di lui che gli sono state vicine. All’inizio non avevo questo sospetto sulla signora.
Si è acceso il campanello d’allarme quando ho scoperto che esisteva una “Buzzanca Della Valle Production” che ha realizzato prodotti non certo di serie A che papà non avrebbe mai firmato come regista o attore. L’ultimo alert sulla signora Lavacca è stato il rinvio a giudizio (andato in prescrizione) per reati commessi a danno di un uomo anziano. La verità è che da 6/7 anni papà ha cominciato ad avere deficit comprensivi e cognitivi.
È facile convincerlo a fare cose che non avrebbe mai fatto o a dire cose che non avrebbe mai detto. Con la demenza senile torni ad essere un bambino, ti viene naturale credere a tutti, non hai la capacità di avere ragionamenti tuoi”.
Il ricordo al giudice tutelare
“Nel corso della pandemia io e mio fratello ci siamo rivolti al giudice tutelare perché, alla luce del suo stato di salute, gli assegnasse un amministratore di sostegno per il patrimonio. Una serie di CTU ed esami hanno confermato i problemi di capacità comprensiva e mnemonica, la difficoltà a capire e a ricordare.
A a metà del 2020 gli è stato nominato un amministratore di sostegno. Vorrei che la giustizia facesse il suo corso e si spegnessero le luci su questa storia. Mi provoca un dolore terribile, non ci dormo la notte. Per noi figli è una situazione drammatica, hai in testa un padre che è sempre stato quello forte, l’Hercules della situazione, ma quell’uomo non c’è più”.