Siamo in collegamento con Cesare Peris che è del forum dell’Arsenale ed è uno dei tanti appassionati amanti di Venezia e che si stano battendo per Venezia. Fa parte di una delle tante associazioni che Domenica si troverà davanti all’Arsenale, davanti all’ingresso, la porta dei leoni per manifestare questo enorme grande monumento amato da tutto il mondo conosciuto da tutto il mondo grazie anche alla Biennale oltre che al salone nautico, ecc…ma che i veneziani purtroppo non riescono a godere ancora fino in fondo. Questa è la sintesi del motivo per cui si ritroveranno loro domenica a protestare e adesso entriamo nel vivo del motivo di questa protesta.
Grazie Cesare Peris per questo collegamento.
“Grazie a voi tutti, anche a te per ospitare la nostra voce all’interno di TeleVenezia.”
Allora sarete circa 300, quindi sarete tanti. Questo significa che Venezia non è morta, insomma questa è la mia opinione personale. Non è Gardaland, non è Disneyland, è una città che ha ancora persone che si battono per la città. Non è però una città dove persone combattono per la città e altre combattono contro la città, a mio parere, ci sono anche persone che pensano di avere idee diverse sulla città. Questo è il momento di parlarne. Nel senso che ci sono due visioni diverse di come vivere l’Arsenale e godere l’Arsenale. Cesare Peris, la vostra visione qual’è?
“Vorrei dire intanto che noi non stiamo protestando. Noi stiamo facendo un appunto sul fatto che l’Arsenale deve diventare casa anche la casa dei veneziani, dei residenti. Non ci sono scontri con usi o utilizzi diversi dell’Arsenale, noi chiediamo di entrare a far parte delle scelte che vengono prese in merito all’utilizzo di questo grande complesso monumentale. Nel quale crediamo che oltre alla Biennale, oltre alla marina militare, oltre il consorzio Venezia Nuova, gli abitanti ed i residenti abbiano il diritto di esserci e di poterci entrare. Dato che dalla Repubblica ad oggi, i cittadini non hanno più messo piede entro l’Arsenale. Quindi, non è una protesta, non siamo nemmeno contro nessuno. Noi chiediamo che l’amministrazione comunale non firmando il protocollo rimetta in discussione non tanto il fatto di un’idea diversa, ma il fatto dell’utilizzo che sia anche comprensivo di quelle che sono le aspirazioni dei cittadini.”
Perchè proprio adesso voi fate la manifestazione. Perchè il comune di Venezia si sta accingendo a fare un accordo con il Ministro della Cultura quindi Dario Franceschini e la Marina per dare loro l’Arsenale diviso in tre parti. Una parte che è del Demanio, una parte del Comune e una parte data Dal comune, che ora è inutilizzata, data ad uso gratuito alla marina. Ecco l’idea è dare questo spazio che per la ristrutturazione costerà oltre 100 milioni di euro e vengono stanziati dei fondi dal ministero attraverso il PNRR, soldi che il comune non avrebbe. Soldi utilizzati per questa nuova area, che il comune finora non ha utilizzato. Voi dite che quest’area poteva essere tenuta dai veneziani invece che essere data alla Biennale che poi se la tiene e non la da alla città o alla Marina. Invece viene data a loro due e in cambio Brugnaro dice che avremo i bacini dell’Arsenale che ci servono per il salone nautico. Ecco, qui ci sono due visioni diverse, voi non siete d’accordo con questa intesa Cesare Peris.
“Allora, il tema non è il fatto che il governo metta dei soldi per poter ristrutturare nello specifico l’Officina alle Armi.”
Ecco dovrebbe avere anche una mappa di questa Officina.
“Le spiego io, la parte più bassa, quella gialla lunga, non la parte in alto, è l’Officina alle Armi che fino a questo momento è ancora priva della firma del protocollo e tutta in mano alla Marina Militare. La Marina Militare si ritira invece nella parte verde alta e lascia liberi tutti quei locali gialli. Ecco, il Ministro Franceschini mette dei soldi importanti per la ristrutturazione di questi blocchi di edifici gialli. Il Comune non discute sul fatto che questa era la situazione prima del protocollo, l’area detta ‘sine die’ e affidata alla Marina. Il tema non è che se una parte passa al Comune siamo scontenti. Ma è bene perchè il Comune ne è proprietario stante la legge vigente di tutto l’Arsenale.”
“Il fatto è che il comune prende i soldi dallo stato e restaura una parte importante di edifici, non si potrebbe fare altrimenti. Poi però, senza discutere minimamente con la città, questi vengono passati direttamente alla Biennale. Noi non siamo scontenti dal fatto che siano passati alla Biennale. Ma come hai ricordato bene anche tu, il tema del rapporto della Biennale con la città è un rapporto abbastanza complesso. Quando la Biennale ha in uso edifici pubblici, poi non ci si entra più fin tanto che la Biennale non fa manifestazioni che son per lo più temporanee. Adesso dicono che in questi posti chi faranno uffici e altre cose. Per me va benissimo, il tema è, cosa c’è per la città?”
La Biennale viaggia su un piano parallelo con la città, questo è abbastanza evidente. Anche la stessa Mostra del Cinema. La stessa stampa che attrae, il tipo di turismo, il tipo di utenti che vengono da tutto il mondo e vengono a visitare la città. Ma c’entrano poco con i veneziani. A meno che i veneziani non sfruttino queste presenze attraverso gli alberghi, i negozi. Però insomma non c’è tanta commistione con questi due mondi. La Biennale però porta turisti, porta gente. Giusto Davide Peris?
“Certo, ma diciamo che il peccato non sta nel fatto di, come posso dire, nell’essenza della biennale. La Biennale è un patrimonio per la città. il fatto è che noi non si riesce ad andare con la Biennale di pari passo, nell’usare la città nello stesso modo. I residenti e i cittadini hanno anche altre aspirazioni nel vivere in questa città che non siano quelle prettamente riferite all’arte moderna. La Biennale aprendosi alla città, come potrebbe fare in ogni momento e come in ogni momento ne stiamo discutendo, poi me ne rendo conto che ci sono anche dei problemi tecnici e logistici ma, nulla che la politica non possa risolvere. Ad esempio, una delle cose che noi chiediamo per l’Arsenale che non mi sembrano siano la luna, è poter attraversare gli spazi pedonali, semplicemente gli spazi pedonali. L’Arsenale sarebbe percorribile dalle Celestia fino alla Tana, quindi attraversando tutta la parte che riguarda e viene data in concessione alla Biennale.”
“Ripeto è una concessionario non è proprietaria, senza nemmeno iniziare a discutere di cosa fare dei padiglioni che vengono assegnati che, per carità, hanno la loro funzione come hai ricordato anche tu, portano a questa città certamente un vantaggio. Sia a livello economico sia a livello culturale. Ma noi chiediamo, per esempio, ripeto, il passaggio attraverso l’Arsenale, che venga aperto ma proprio fisicamente aperto alla città e che sia percorribile. Capisco che dalla parte della Marina Militare dal lato ovest sia un problema perchè è una zona militare eccetera eccetera. Ma nella parte Est, che collega il Nord e il Sud dove c’è il comune e la Biennale, che non si possa ancora percorrere l’Arsenale a piedi come cittadini, capisci che la sensazione che la Biennale si sia chiusa in un castello e che quindi da Arsenale diventi Arsenale della Biennale è latente. La discussione non è di dire che la biennale non ha e non deve espandersi e non deve fare, per carità di Dio. Il tema è, riusciamo a trovare un momento con cui con questa Biennale si discute? E si riescono ad avere alcune considerazioni per i residenti?.”
Quindi è un problema storico con la Biennale direi, no Cesare Peris?
“Il rapporto con la Biennale, nel senso dell’uso degli spazi io me lo ricordo quando ero, adesso ho 58 anni, me lo ricordo quando ne avevo 18 e si discuteva al castello dei famosi Giardini della Biennale. I Giardini della Biennale sono una parte, diciamo così, il nucleo storico del compendio della Biennale dove non si è mai riusciti a discutere con quest’ente la possibilità di aprire i giardini nel momento in cui non c’era la Biennale stessa. e non si riesce, io credo per motivi di ordine di guardiania, ma nulla ripeto che non si possa superare. Da quel momento in poi, devo dire la verità hai detto bene tu, è anche ingiusto assegnare a Brugnaro l’idea che sia il sindaco che sta svendendo e non vuole fare.”
“In realtà il rapporto con la Biennale non l’hanno mai mediato veramente politicamente. Le giunte precedenti, come hai ricordato tu di sinistra e anche le altre, non hanno mai preso la Biennale e detto facciamo un punto della situazione. Che cosa può fare la Biennale per Venezia? Oltre al fatto di farla conoscere, ma non credo sia un problema per Venezia essere conosciuta nel mondo che se non ci fosse la Biennale non ci verrebbe nessuno. Il tema è che la Biennale evidentemente ha un ruolo importante perchè accentra un turismo particolare, un turismo culturale un turismo diciamo così come il colesterolo, buono. Ma è anche un’ente privato ormai, un’ente di diritto privato, che tutto quello che prende trattiene. Aver avuto l’Arsenale per poi ridarlo alla Biennale e noi cittadini rimanere fuori comunque, mi sembra come posso dire, una presa in giro.”
Credo che sia un rapporto che comunque si viva un po’ in tutta Italia questo. Nel senso che c’è una visione dello stato centrale, di un certo tipo di funzione, anche gli stessi musei. Nelle città ci sono i musei gestiti dal Ministero e i musei gestiti dal Comune. C’è questa contrapposizione tra tra ciò che vive il funzionario che è legato allo stato centrale e il funzionario che è legato all’ente locale. No Cesare Peris?
“Guarda, io voglio dire una cosa che è abbastanza sintomatica di questa città e della stratificazione di competenze di cui Venezia si dibatte. E’ uno dei problemi che noi abbiamo nel governo stesso della città. Questa è una cosa di cui si accorgono tutti, gli amministratori che si succedono poi al ruolo di sindaco. In città noi non abbiamo un portale, lo dico proprio come punto evidente, non abbiamo un portale unico che riporti tutta l’offerta culturale per cui un portale dove ci sia: le gallerie dell’Accademia, i Musei Civici, tutte le gallerie private eccetera. Per cui uno, arrivando a Venezia, entra in quel portale e trova tutta l’offerta culturale che può dare la città. E’ così, per cui noi non siamo nemmeno preparati e non è un problema di questa amministrazione, lo è da sempre.”
“Noi non siamo preparati perchè abbiamo sempre pensato che non serve farlo perchè i turisti comunque vengono. Però se i turisti vengono e trovano troppi turisti o turisti che non sono nemmeno interessati ai musei non va bene.. Tu lo sai che i musei veneziani sono forse i meno visitati Ad esempio Ca’Pesaro, Canezzonico. Sono mete di persone che vengono perchè li conoscono, ma non perchè siano continuamente visitati. Venezia è già di per se una città che tu perdi tempo a guardarla da fuori. Ti metti davanti al Palazzo Ducale, ci metti una giornata a capirlo e non sei ancora entrato dentro.”
Quello che si mette davanti a Palazzo Ducale e vuole cercare di capirlo. Perchè c’è quello che passa davanti a Palazzo Ducale, l’ha visto e poi torna a prendere il treno e se ne va. Giusto Cesare Peris?
“Questo è un altro tema.”
Sicuramente il mondo del turismo deve cambiare e sta cambiando. Anche perchè Venezia non si può più permettere i numeri che aveva tempo fa. Si sta parlando di numero chiuso o comunque di numero su prenotazione. Sicuramente si dovrà cambiare l’offerta turistica in modo tale che ci viene abbia modo di conoscere la città molto meglio di come la potrebbe conoscere venendo da solo. Andandosene via dopo 24 ore.
“Certo. Il tema del turismo è legato all’Arsenale in sé. Prova a pensare, non parliamo del turismo internazionale, parliamo del turismo della nostra regione. Parliamo dei Veneti che sono amanti della città di Venezia e arrivano a Venezia. Il percorso tipico è Piazzale Roma, strada nuova, Rialto e San Marco.”
Assolutamente, magari anche alcuni Veneti scoprirebbero delle curiosità che in qualche modo sono legate alle loro radici anche se vengono da Vicenza piuttosto che da Verona piuttosto che di. No, Cesare Peris?
“Pensiamo solamente se la Biennale concedesse l’utilizzo dei percorsi interni dell’Arsenale, non aprire i padiglioni.”
Io spero che da questa intervista parta questo segnale. Almeno questo, cioè che la Biennale apra i percorsi pedonali.
“Preciso solo, ricordiamo che la Marina Militare faccia presto a spostarsi dai padiglioni che le hanno assegnati. Questo per liberare anche quelli e che anche quelli vengano messi a disposizione della città.”
Certo. Speriamo che qualcuno ci ascolti, grazie Cesare Peris. Buona manifestazione.