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Il Metodo Geniale: il nuovo libro di Giulio Deangeli

Lo studio è stato un divertimento. Ho studiato cose che mi piacevano e mi appassionavano. Lo studio è ciò che permette di acquisire i super poteri

Si laurea 5 volte in 6 anni e nel libro “Il Metodo Geniale” racconta come ha fatto. È il ricercatore padovano Giulio Deangelis, 26 anni e una passione soprattutto per l’ingegneria.

Il libro Metodo Geniale

Spiega Giulio Deangelis, autore del libro ‘Il metodo geniale’: “Io sono convinto visceralmente che per fare quello che devo fare io non servono super poteri o poteri magici. Semmai gli unici super poteri sono quelli metodologici e assolutamente non è riservato solo agli studenti ma è esteso a qualunque categoria. Curiosamente quando il libero è stato annunciato non sono stato contattato solo da studenti ma anche, per esempio, da tantissimi manager aziendali. Proprio a testimonianza del fatto che assorbire informazioni oggi è qualcosa veramente di trasversale. Richiesto a qualunque categoria professionale. Quindi, si tratta di ottimizzare il proprio tempo e assorbire informazioni in modo efficiente. Gli unici super poteri sono metodologici e il libro vuole essere un distillato di alcuni consigli che mi sento di offrire ai nostri lettori.”

Lo studio come divertimento

“La differenza tra metodo geniale e mentalità geniale secondo me è una differenza quantitativa. In termini di potenza computazionale come si dice in informatica. Se uno ha un super computer ma lo usa male questo non arriva al risultato di uno che ha un computer più modesto e usa la propria potenza di calcolo per arrivare dritto al risultato. Lì è tutta la differenza, è metodologica, come utilizziamo le nostre risorse. Divertirsi è fondamentale, anzi lo studio deve essere qualcosa di strettamente piacevole. Voi non avete idea di quante persone mi hanno chiesto dopo le lauree quante ore studiassi al giorno. Con il tono di dire, ma quante ore di tortura sei in grado di tollerare in un giorno.

No, il punto è proprio l’opposto. Cioè il punto è che una volta che uno è motivato, ha capito che le materie sono da un lato estremamente utili e che il punto da cui partiamo è bassissimo cioè che c’è un abisso tra il nostro punto di partenza e una conoscenza decente dignitosa di quelle materie. Bene, una volta capito quello uno entra in un circolo virtuoso che è completamente l’opposto. Cioè non quante ore riesco a sopportare in un giorno ma, mannaggia le ore non mi bastano per arrivare dove voglio arrivare. Quindi uno inizia a riempire i tempi morti, a ottimizzare la propria metodologia proprio perchè si sente motivato e perchè vuole avere i super poteri e lo studio da i super poteri.”

Ecco quale sceglierebbe, l’autore del libro ‘Il metodo geniale’, tra le lauree che ha conseguito

“Se dovessi scegliere un solo corso di laurea tra quelli che ho fatto, forse da un lato medicina è un problema, ingegneria e biotecnologie ti danno gli strumenti per affrontare il problema in ambito biologico. Quindi forse, essendo di carattere io un creativo, prediligerei gli strumenti, che però io vorrei applicare al problema. Per cui sono molto complementari però, appunto, forse tra questi sceglierei ingegneria. Proprio perchè è quello più creativo in un certo senso. Però sono tutti enormemente utili. Il prossimo sogno nel cassetto è adoperare le conoscenze che ho acquisito per utilizzarle in problemi reali. Quindi per fare progetti nell’ambito sempre della ricerca della medicina. Quindi ve l’ho detto, io sono un creativo. A me piace avere uno strumentario vasto per poterlo applicare in maniera originale, è quello che mi realizza. Perciò i vari corsi di laurea servivano per questo, per mettere nella cassetta degli attrezzi tante mentalità, tanti strumenti per poi applicarli a qualcosa di reale.

Le lauree come punto di partenza

Non sono le lauree, non sono ne un punto di arrivo, ne un traguardo. Non vogliono esserlo. Vogliono essere solo il punto di partenza strettamente strumentale per affrontare problemi complessi. Questo è quello che mi prefiggo di fare in futuro.”

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