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Spiaggia va a bando dal 1 gennaio 2024: parla Alberto Maschio

"Siamo preoccupati" spiega il portavoce Alberto Maschio perché nel Veneto esiste un modello quasi fondato sul tutto incluso e la riforma non ne tiene conto

Alberto Maschio presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori Aja e coordinatore per alberghi e spiagge venete di fatto ha confermato ciò che ha detto il consiglio di stato. Dal primo di gennaio 2024 il demanio, quindi la spiaggia va a bando. Dal punto di vista ricettivo cosa cambia, quali sono i rischi e le vostre preoccupazioni?

“In questo momento la nostra preoccupazione riguarda soprattutto la scarsa  tutela del sistema ricettivo. L’Alto Adriatico che ha certamente delle specificità diverse rispetto il resto della costa italiana. Quando parliamo di queste peculiarità intendiamo il fatto che per noi la spiaggia è un annesso dell’offerta turistica ricettiva. Quindi il concetto del tutto incluso per noi è sempre stato il cardine della nostra offerta. In questo caso, viste le indicazioni ricevute, pare non essere tutelato, sembra non essere oggetto di attenzione quanto merita questo comparto, soprattutto parlo di quello dell’Alto Adriatico”.

Lei aveva lanciato un messaggio lo scorso dicembre dicendo della necessità di dover fare squadra da parte di tutte le associazioni di categoria, per tutelare un comparto che da poi lavoro e beneficio a tutti.

“Si, devo dire che nell’ambito veneto questo è stato fatto. Le istanze del territorio intero si sono portate all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni quindi all’attenzione del Governo. Evidentemente questo non è stato sufficiente. Si è individuata come peculiarità del nostro sistema balneare una realtà che rispetta poco quella veneta. Ovvero la realtà di molte coste italiane che sono certamente all’avanguardia ma non rappresentano il sistema veneto che ha delle peculiarità ben specifiche.

Ovviamente se la fotografia è stata fatta erroneamente su un modello che non è ben rappresentativo di tutti i territori. Quindi è evidente che le soluzioni messe in campo non rispecchiano le necessità di questi territori, nella fattispecie di quello veneto”.

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