Ripartono i lavori per il completamento del MOSE grazie al via libera del Tribunale fallimentare al piano di ristoramento del Consorzio Venezia Nuova. La città tira un sospiro di sollievo, esclusi coloro che il MOSE non l’hanno mai voluto.
Una storia di resilienza
E’ una storia costellata di “stop and go” quella della diga mobile dallo scoppio dello scandalo tangenti.
Negli ultimi due anni, però, è diventata anche una storia di resilienza. Le paratoie, infatti, grazie al lavoro di addetti con mesi di stipendi in arretrato, sono state alzate decine di volte e hanno salvato per altrettante volte la città da allagamenti e dall’invasione della salsedine corrosiva.
Il piano è stato presentato dal commissario del CWN Massimo Miani, insieme al legale del Consorzio Stefano Ambrosini. Miani ha inoltre denunciato il Concordato, creando le condizioni per evitare la liquidazione del Consorzio.
Ora è possibile il rispetto della data fissata nell’ottobre del 2023 dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile per la consegna delle chiavi dell’opera.
Le parole del commissario del MOSE Elisabetta Spitz.
“Si tratta di un successo, frutto della costante collaborazione dei soggetti istituzionali, tra cui il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e il Consorzio Venezia Nuova, che ha dato il via ad una fase completamente nuova per il MOSE e la città.” ha dichiarato soddisfatta il commissario del MOSE Elisabetta Spitz.
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