E’ caccia a camerieri, guardasala e cuochi, in vista della stagione estiva nelle località turistiche venete. Eppure albergatori e ristoranti non ne trovano. E’ una notizia che sorprende, considerato l’aumento di fasce povere nel Paese, a causa dei postumi pandemici. E, ora, anche a causa dell’incertezza economica legata alla guerra.
Ma non tutti si meravigliano. I più sostengono che gli stipendi sono troppo bassi. E a loro i consulenti del lavoro di Venezia rispondono così:
Patrizia Gobat, Presidente Ordine dei Consulenti del lavoro di Venezia
“Questa è una questione che noi, Consulenti del lavoro, portiamo avanti da tanto tempo. Abbiamo una contrattazione collettiva vecchia, obsoleta. E sappiamo benissimo che la paga di un cameriere di quarto livello, che è già un buon livello, non va oltre i 1200/1300 euro.
Però dobbiamo anche pensare che in Italia non possiamo avere paghe nette da 2000 euro, come in Gran Bretagna, perchè comunque ci sono 14 mensilità, una mensilità di TFR, una mensilità di ferie che gli altri Paesi non hanno. E quindi le tutele sul lavoro che noi scontiamo, le scontiamo in burocrazia e in costo del lavoro.
E quindi all’azienda il dipendente costa due volte e mezza quello che prende in realtà. Ricordiamoci che le imprese turistiche escono da due anni di pandemia, da due anni in cui non hanno lavorato e ancora oggi scontano, appunto, grandi difficoltà. Anche perché abbiamo problemi proprio di reperimento della manodopera”, spiega Patrizia Gobat.
Consulenti del lavoro
I consulenti del lavoro dunque accorrono in difesa degli imprenditori del turismo, troppo stremati – dicono – per proporre aumenti salariali. E la loro organizzazione di categoria offre tirocini di sei mesi per gli ucraini in cerca di occupazione. Corsi che consentono di risparmiare alcuni oneri sociali.
Camerieri
“Adesso vedremo anche con i lavoratori stranieri di cui hanno riaperto i flussi per gli stagionali e con i profughi ucraini se alcune professionalità, alcuni posti vacanti potranno essere coperti. Volevo sottolineare che la fondazione consulenti per il lavoro, tramite anche la nostra provincia, ha messo in piedi un sistema di tirocini di sei mesi per questi lavoratori. E sappiamo che il tirocinio sconta solo appunto l’assicurazione INAIL per gli infortuni, mentre su questi compensi non gravano i contributi. Quindi potrebbe essere una buona occasione”, dichiara Gobat.