Sabato 28 dalle 9.30 alle 18.30 il Museo nazionale e Area archeologica di Altino ospita «Altino Fest». E’ il primo Festival dell’Archeologia imitativa dei Veneti antichi con dimostrazioni e laboratori didattici legati alle tecnologie e alle attività dell’epoca per capire in prima persona l’artigianato degli antichi abitanti di Altino.
I laboratori proposti
Ci sarà l’angolo della fusione del bronzo, un vero e proprio forno a più di mille gradi in cui si otterranno con antichi mantici in pelle gli oggetti che oggi sono tra i reperti più curiosi ospitati dal Museo. Poco lontano si potrà assistere alla lavorazione del vetro grazie ad un piccolo forno portatile con si ricreeranno le perline, antenate di quelle veneziane ben più conosciute.
Accanto ai due angoli dedicati ai «forni» di bronzo e vetro si cercherà di coinvolgere i partecipanti in quattro laboratori pratici. Dopo una dimostrazione di alto livello artigianale proveranno in prima persona a riprodurre vasi in argilla, un piccolo pezzo di tessuto di lana, un anellino di palco di cervo e una perlina d’ambra.
Argilla
Si mostrerà come gli altinati lavoravano l’argilla, in che modo venivano posizionate le mani sul tornio e come venivano ottenuti i colori rosso e nero dei vasi. In un secondo momento si procederà con una versione semplificata della lavorazione in cui con l’argilla ogni partecipante riprodurrà un reperto del museo.
Ambra e palco
L’osso veniva segato con un seghetto di ferro e sagomato con lime in bronzo. Mentre le decorazioni costituite da disegni complessi ed elaborati si ottenevano con piccoli punteruoli simili a piccoli compassi. Dopo un primo momento in cui gli addetti ai lavori mostreranno la tecnica si passerà ai lavori semplificati: i presenti produrranno perline per collane in ambra e piccoli anellini in osso.
Lamina
Le situle, ovvero le lamine in bronzo e in rame lavorate con disegni complessi richiedevano molti giorni di cesellatura con strumenti adatti. Nel laboratorio inizialmente si mostreranno i primi passi di lavorazione di una situla. Poi le lamine di rame verranno lavorate in maniera semplificata dai presenti con piccoli disegni geometrici.
Tessitura
Come si ricavava il filo partendo dalla materia prima (lana), usando i fusi? Come filavano 2500 anni fa? Il laboratorio di tessitura risponderà a queste due domande. Dopo una dimostrazione al telaio verticale i partecipanti riprodurranno poi un piccolo tessuto di lana con la stessa tecnica in telai in miniatura.
Simone Pedron, archeologo dell’impresa sociale Tramedistoria
«Lo scopo di questo tipo di archeologia è toccare con mano gli oggetti che vengono creati, sentirli ruvidi, annusarne l’odore. Oggetti di questo tipo solitamente stanno dietro le vetrine, “lontani”. Questo è un modo importante per comprenderli meglio e per capire anche come venivano prodotti», spiega Pedron.
Piero Biasi e Davide Dei Rossi di Sophia Management
«Sabato 28 sarà una bella occasione per avvicinarsi al mondo dell’archeologia in modo diverso dal solito ovvero facendone esperienza in prima persona. Questo potrà accadere grazie al supporto di operatori qualificati sia tecnicamente che didatticamente. Ma anche grazie al finanziamento comunitario dell’iniziativa che è stata sostenuta dal Fondo Sociale Europeo e dalla Regione del Veneto», affermano Biasi e Dei Rossi.
Il nuovo parco archeologico
Il Festival di Archeologia imitativa si inserisce in un progetto più complesso che sta portando molta linfa al Museo e all’Area Archeologica, pronti a diventare «Parco Archeologico». Il futuro prevedrà non più «solo» l’esistenza del «Museo» e dell’«Area archeologica» intesi come elementi separati, ma la nascita di un «parco archeologico» perimetrato. Finanziato dal Ministero della cultura con 1milione e700mila euro il progetto del Parco archeologico può contare su 1,2 milioni di euro per i lavori veri e propri. Questi prevedono il rifacimento dei percorsi, degli impianti, dei magazzini, degli allestimenti, e l’adeguamento degli edifici e gli ulteriori scavi archeologici.
Marianna Bressan, direttrice del Museo nazionale e Area archeologica di Altino
«Sperimenteremo, insieme con il nostro pubblico, una via nuova e insolita per conoscere gli antichi Veneti: immedesimarsi nelle loro tecniche artigianali, provare a ripeterne i gesti usando gli stessi materiali e gli stessi strumenti. A garanzia della qualità dell’offerta, la professionalità degli educatori didattici, che hanno trovano in questo progetto supportato dai fondi europei e dalla Regione del Veneto un modo per ripartire dopo la grave crisi del COVID.
Le attività sono accessibili a tutte e a tutti, perché il Museo è patrimonio comune. Per ristorarsi, ci saranno le gustose tasche di pizza del progetto “Pizzeria contadina”, a base di prodotti agricoli locali. Cultura, leggerezza, cura e sostenibilità sono e saranno le cifre del nostro futuro parco archeologico», afferma Bressan.