Entro il 2035 non potranno più essere prodotte auto a benzina o diesel, ma chi le ha, se le tiene. In questo momento, infatti, il mercato dell’auto ha subito una drastica battuta d’arresto.
Cosa succede ora e cosa ci si aspetta dal 2035
Secondo i dati raccolti dal centro studi CNA, le immatricolazioni sono calate, quasi, del 30% nel mese di marzo, rispetto allo stesso mese del 2021 e hanno aumentato i clienti, invece, i meccanici e i carrozzieri.
Per questo, i meccatronici, che nel Veneto sono 3800, si riuniranno in un convegno sabato ad Occhiobello, nel rodigino: per parlare del futuro della loro professione.
L’interrogativo
- prepararsi a riparare i guasti dei motori elettrici o ibridi, e dunque puntare alla formazione
- continuare a concentrarsi sui motori tradizionali e potenziare la ricerca delle materie prime, che finiranno per diminuire
Proiezioni sul 2030
Più facile che il settore continui a lavorare sui motori a benzina, dato che le proiezioni sul 2030 indicano che: i motori tradizionali, rappresenteranno ancora il 73,2 % del parco circolante, e soltanto il restante 26,8 %: sarà composto, per la maggioranza, di vetture ibride; mentre l’elettrico puro, sarà ancora per pochi.
C’è poi un altro fenomeno: quello del boom delle vendite delle due ruote. Se il flusso dell’economia dell’automotive si è spostato sul cosiddetto “after market” per ciclomotori e cinquantini, nel 2022 si sta registrando un picco record di vendite, che non si registrava dal 1985. Ma anche qui, l’elettrico è tutt’altro che dietro l’angolo.
Insomma, gli auto riparatori non si libereranno facilmente dei motori tradizionali.