Quali sono le ricadute di un intervento sull’università per l’economia? Ce lo racconta Benno Albrecht, rettore dello IUAV.
Benno Albrecht, rettore IUAV
“Ci sono due studi diversi. Uno sull’esperimento svedese, che è un esperimento molto avanzato e uno invece sull’università inglese. Quello svedese ha un moltiplicatore di uno a dieci, quindi metto un euro all’università e al territorio ne arrivano dieci. Quello inglese ha un moltiplicatore a sei. Noi abbiamo preso come misura quello inglese per essere prudenti. Se fosse vero questo moltiplicatore vorrebbe dire che a Venezia arriverebbero all’anno, a regime, più o meno 1 miliardo e 200 milioni”.
Lo sviluppo è benefico delle attività commerciali senza aver calcolato il turismo?
“Si, se inseriamo anche il turismo e il settore industriale, con le chance industriali che ci sono cresciamo ancora di più”.
La differenza tra lo studio inglese e quello svedese consiste proprio nel fatto che i parametri a cui si sono riferiti sono più pieni e completi nell’uno che nell’altro?
“Sono livelli di prudenza e di intervento diversi. Gli interventi svedesi sono, in genere, in aree abbastanza depresse. Usano l’università come l’elemento di innesco per far andare tutto. In termini più prudenziali possiamo stare su quello inglese, ma sono comunque cifre iperboliche. Il PIL della città di Venezia si quota sui 6 miliardi e mezzo all’anno. Un miliardo e due va a spostare delle cifre che sono molto consistenti”.
Il Comune di Venezia si è dotato di un assessorato alle università. Il Comune ha il compito di inquadrare questo progetto nell’ambito del piano regolatore generale, non spetta a IUAV farlo, spetta al Comune. Questo lavoro lo vede facile e fattibile in tempi ragionevoli?
“Il fatto di avere un assessorato all’università perchè semplifica moltissimo la vita e permette di avere subito una risposta con l’amministrazione locale. Il problema non sono i tempi amministrativi, non sono i soldi, non sono le opportunità. C’è un unico problema che è la volontà civica di fare questo progetto”.
