In questa puntata di “Venezia Città Stato?” si parla del tema dell’inflazione e del salario. Abbiamo raggiunto l’8 % di inflazione in Italia. Gli esperti ritengono che questo fenomeno andrà avanti per parecchio. GUARDA ANCHE: le azioni di CGIL Veneto contro il caporalato
Inflazione e salario
L’inflazione si mangia i salari, ma i salari dei lavoratori e dipendenti italiani sono già molto bassi. L’unico paese che riduce i salari è l’Italia. Tutti gli altri paesi hanno aumentato gli stipendi. Secondo lei questo fenomeno della svalorizzazione del lavoro, e soprattutto del lavoro manifatturiero, da cosa deriva? E cosa si può fare per cercare di invertire la tendenza?
Tiziana Basso, Segretaria CGIL Regione Veneto
“Il fenomeno di lunga durata si innesca in un meccanismo per cui il salario era la leva di risparmio, che si vedeva come utile. Questo ha portato nel corso degli anni ad una riduzione della capacità reddituale delle persone. Oggi, a fronte di questo tipo di inflazione, abbiamo la perdita di una busta paga e mezza, due prevista per la fine dell’anno. Già in questa situazione ci troveremo oggettivamente una difficoltà.
Abbiamo tre strade: rinnovare i contratti collettivi nazionali. Ne abbiamo rinnovati alcuni. Alcune piattaforme sono state presentate prima di questo tipo di inflazione. Possono risultare oggi da modificare, da integrare. Ma dobbiamo rinnovarli i contratti collettivi nazionali. Dobbiamo bloccare, perchè all’istituto che certifica i contratti collettivi nazionali, ne sono depositati mille.
Abbiamo bisogno di una legge sulla rappresentanza e abbiamo bisogno che i contratti abbiamo l’applicabilità erga omnes. Perchè è un punto che potrebbe cambiare. Dobbiamo rinnovarli, abbiamo contratti fermi da 6 anni. Penso alla vigilanza come esempio lampante, però ce ne sono anche altri. Il sistema dei servizi è abbastanza bloccato. Ne abbiamo rinnovati alcuni, penso a quello della chimica in maniera positiva.
L’altra leva è quella fiscale. Se c’è una cosa che ha dimostrato i 200 euro di bonus, su cui noi abbiamo già espresso tutte le nostre criticità. Perché pensiamo sia necessario una misura strutturale. Bisognava agire sulla leva fiscale sotto i 35 mila euro. Mentre l’azione della riforma fiscale di fine anno è stata sopra. Quindi non ha avuto benefici. La terza cosa che riguarda più il mio livello, è la contrattazione di secondo livello.
Nella singola azienda dobbiamo trovare strumenti che ridiano salario ai lavoratori. Che possano andare intervenire rispetto a questo tema, che è una grande emergenza. Che rischia a settembre di creare una forte tensione sociale” ha concluso Tiziana Basso.