Per la Festa del Redentore, Venezia è tutta d’oro e d’argento, bagliori ancor più fiammeggianti in quest’estate dal respiro africano, calda come non mai. Così prigionieri e vittima dell’ipnotica calura guardiamo con speranza all’avvento del Redentore che da 445 anni ineffabile e immoto, convoglia fede religiosa e paganesimo, amore per la città e rito sociale, preghiera e crapula.
Basilica del Redentore
La storia ci consegna la basilica del santissimo Redentore nel 1592 eretta per grazia ricevuta dopo la sconfitta della terribile pestilenza di qualche anno prima (1575) che causò la morte di 50 mila persone, quasi un veneziano su tre. Non si badò a spese per esprimere la gratitudine del ritorno alla vita tant’è che il senato veneziano volle chiamare il miglior architetto sulla piazza e cioè Andrea Palladio autore della magnifica, chiesa dedicata al Redentore.
Sempre in segno di ringraziamento si fece voto di celebrare, la ricorrenza, ogni anno, con una processione. Per dare ai fedeli veneziani la possibilità di arrivare a piedi alla Giudecca, viene appositamente allestito, per l’occasione, ormai da oltre 500 anni un ponte di barche, un percorso galleggiante temporaneo formato oggi da una struttura modulare in legno e acciaio che, con i suoi 334 metri di lunghezza, lega saldamente le Fondamenta delle Zattere e la basilica del Cristo Redentore sull’isola della Giudecca, due estremità della città di Venezia solitamente divise dall’acqua della laguna.
Fra Gianfranco, Superiore Convento del Redentore
“È 445 anni che Venezia è collegata alla Giudecca, alla nostra chiesa del Redentore, con questo ponte. Il ponte è un simbolo ricco di significati, parla di dialogo, pace e riconciliazione. Cose di cui abbiamo estremamente bisogno in questi giorni. Noi frati siamo molto felici di accogliere i pellegrini e i turisti anche quest’anno. È un anno di riscatto, sentiamo molta serenità, molta voglia di stare insieme con le famiglie e con gli amici. Siamo molto felici di questo.
Oltre a questo, c’è un impegno quest’anno per la pace. Una cosa interessante: il Palladio pensò il crocifisso scuro, perché la pestilenza era stata assunta su di lui. Per cui la chiesa era diventata chiara, bianca. Pensiamo che sia così anche quest’anno per gli operatori di pace. Tutti quanti quelli che si stanno impegnando per la pace, fanno fatica, forse si incupiscono la mente e il cuore per le frustrazioni. Ma sono benedetti dal Signore per tutte le fatiche che fanno”.
Festa del Redentore: le prenotazioni
La partecipazione alla Festa del Redentore 2022 è avvenuta tramite prenotazione. Sia per le postazioni in acqua che a terra, una modalità ormai acquisita. Affettuosamente chiamato anche “Notte Famosissima”, il Redentore è una delle ricorrenze più sentite dai veneziani e, grazie alla sua spettacolarità, col tempo è diventato noto in tutto il mondo. La celebrazione cade il sabato precedente alla terza domenica del mese di luglio.
Quaranta minuti di luci, suoni e colori sfavillanti per la “Notte famosissima”. Uno spettacolo che ha tenuto con il naso all’insù 100.000 persone, con un fronte pirotecnico di oltre 420 metri nel canale della Giudecca gestito da 20 addetti specializzati. Alle 23.30 in punto il cielo di Venezia si è illuminato con il primo botto, cui sono seguiti altri 6.500 lanci.
Fabrizio D’Oria, Direttore Operativo di Vela Spa
“Lo spettacolo pirotecnico di quest’anno ha avuto una durata di circa quaranta minuti. Vi è stato all’inizio un omaggio alla situazione mondiale, un messaggio di pace che parte da Venezia. Con la scritta Venezia, con la scritta Odessa. Vi ricordo che le due città si sono gemellate in occasione della Sensa, e un messaggio di pace con una scritta. Questo messaggio è stato apprezzato dal pubblico veneziano. Abbiamo sentito vari momenti di applausi. Ma ovviamente il gran finale dei fuochi del Redentore è stata una grande accensione di tutto il bacino di San Marco”.
Michele Zuin, Assessore al Bilancio Comune di Venezia
“E’ stata una bellissima Festa del Redentore, finalmente praticamente in normalità. Anche se abbiamo tenuto delle buone misure di sicurezza. E’ stato uno spettacolo pirotecnico bellissimo, di quasi 50 minuti. tantissima gente, tantissime barche. Finalmente questa festa dei veneziani è ritornata alla normalità”.
All’unisono con i fuochi in laguna anche in terraferma è stato offerto uno spettacolo fantasmagorico. Per un Redentore diffuso, all’insegna delle città in festa.
Paola Mar, assessore alla Promozione del Territorio
“Si riparte con le feste in tutto il territorio. Ricominciamo da Pellestrina, Favaro, Malcontenta, Asseggiano, Marghera. Ricominciamo con gli spettacoli pirotecnici, le persone hanno voglia di stare insieme. Dopo la sosta degli anni covid, ci ritroviamo tutti in compagnia. L’augurio è di passare una buona serata del redentore. Non dimenticare, come ha detto il nostro patriarca, quelle che sono le emergenze, l’impegno e la responsabilità che abbiamo nei confronti della società. Perché ognuno di noi è responsabile”.
Nella parte iniziale dello show, oltre al tricolore italiano e al giallo-oro veneziano, hanno trovato posto anche riferimenti all’attualità quando il Bacino San Marco si è illuminato dei colori dell’Ucraina. Un chiaro omaggio che la città lagunare ha voluto dedicare ad Odessa, con cui si è gemellata dal 29 maggio di quest’anno. Un emozionante messaggio di pace.
Mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia
“Quest’anno la festa del Redentore è soprattutto orientata a chiedere il bene grande della pace. Dove gli uomini falliscono, dove gli uomini non riescono. Chiediamo proprio un aiuto particolare al Redentore, che riesce a trovare la pace. Non evitando le situazioni conflittuali, ma ricomponendole. Questo credo che sia la grande pace di cui abbiamo bisogno. E’ una pace che si misura sulla giustizia, sui diritti dei popoli. Sul riconoscere chi aggredisce, chi ha aggredito, e nello stesso tempo trovando delle soluzioni. Perché le armi non possono continuare a crepitare e soprattutto a sopprimere interi territori. Che poi dovranno essere ricostruiti e si ricostruiranno. Ma gli uomini, i bambini, i civili, i militari che sono morti e moriranno, questi non potranno più essere legati a questo momento storico. E quindi chiediamo con forza la pace, come il bene fondamentale, da cui poi nasce ogni altro bene. Si rigenera ogni altro tipo di bene”.
L’organizzazione
La Festa del Redentore organizzata da Vela, società in-house del Comune di Venezia ha richiesto un importante sforzo organizzativo per garantire la sicurezza, l’ordine pubblico, la mobilità delle persone e la pulizia della città. Oltre 3.600 barche per 28.000 persone in acqua, più 42.000 posti sulle rive contingentante, che hanno registrato il tutto esaurito. A questi si aggiungono diverse migliaia tra affacci da palazzi e dai plateatici, nonché dalle persone che hanno assistito da altri posti, per un totale di circa 100.000 spettatori.
Fabrizio D’Oria, Direttore di Vela Spa
“Lo spettacolo pirotecnico è appena finito qui nel bacino di San Marco. Oltre 100 mila persone hanno assistito lungo le rive, avevamo circa 3600 imbarcazioni registrate. Per circa 28 mila persone sulle barche, 42 mila persone sulle aree contingentate. Per un totale di 70 mila, e poi quantifichiamo in circa altre 30 mila persone. Tra gli ospiti che avevamo lungo i palazzi, gli alberghi lungo le rive, lungo i plateatici. In tutte quelle aree fuori dal contingentamento, come Sant’Elena e il Lido di Venezia e altre aree della città.
La macchina organizzativa ha funzionato, con la collaborazione di tutti, innanzitutto di chi è venuto a vedere il Redentore. Che ha seguito le regole organizzative, con le modalità dio accesso sia in afflusso che in deflusso. Ma soprattutto la collaborazione di tutte le forze dell’ordine. A cominciare dalla polizia locale, e poi da tutte le forze dell’ordine coordinate dalla questura per quanto riguarda a terra. E per quanto riguarda l’acqua dalla capitaneria di porto. Ovviamente un importante piano sanitario, un importante intervento della protezione civile. E adesso un’operazione per gestire il deflusso, attraverso il potenziamento delle linee di navigazione e di autobus. Con gli operatori di Veritas, per la pronta pulizia della città”.
Simone Venturini, Assessore al Turismo Comune di Venezia
“Una serata meravigliosa. Organizzazione perfetta. Ovviamente una grande macchina organizzativa. Un grande ringraziamento a tutte le persone che hanno reso possibile questa serata: dalle forze dell’ordine, alla protezione civile, agli stuart, a Vela e a tutti i cittadini che hanno saputo godersela con gioia e con responsabilità. Grazie davvero”.
Piero Rosa Salva, Amministratore Unico di Vela Spa
“La festa del redentore si è confermata come una volta, una manifestazione che ha la capacità di mantenere le sue tradizioni ma, al tempo stesso, offrirci emozioni sempre nuove. Ricordo che il massimo impegno è stato dato da tutti noi perchè si svolgesse tutto nella massima sicurezza. Un grandissimo redentore dopo un periodo difficile”.
A tutti gli operatori coinvolti è andata la riconoscenza del Sindaco Luigi Brugnaro, che già nel corso dell’intervento di apertura del ponte votivo aveva detto “grazie a tutte le persone che si sono dedicate con impegno e passione per l’organizzazione di questo Redentore. In una Venezia aperta sempre a nuove sfide.
Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia
“La guardia è sempre alta. Anche quest’anno abbiamo organizzato una manifestazione importante con decine di migliaia di persone. Tutto su prenotazione. La macchina sta funzionando. E’ molto complessa però la pandemia ci ha aiutato a prevedere e far prenotare i luoghi anche in una città. Siamo il primo esempio al mondo di città prenotabile. Però mi sembra che le cose stiano funzionando. Speriamo che la pandemia ci abbandoni e soprattutto che ci sia la pace in Ucraina. Perchè poi vedete i contraccolpi anche nel governo italiano. Le preoccupazioni sono davvero moltissime però noi ci affidiamo al Signore, alla nostra tradizione del Redentore. Crediamo che una serata di festa, di gioia, di fuochi d’artificio, faccia comunque bene al cuore di tutti. Per cui teniamo duro, dobbiamo farcela a prescindere”.
Renato Brunetta, Ministro per la Pubblica Amministrazione
“Venezia è un modello di sostenibilità, di resilienza, di sopravvivenza. Una città così straordinaria, ma anche così difficile da vivere. Ma è sempre stata nei secoli l’intelligenza dei veneziani a produrre questo modello in cui è bello vivere, utile vivere e profittevole vivere. Venezia deve non solo tornare così, ma deve dare l’esempio a tutto il mondo. Capitale mondiale della sostenibilità o anche, quello che io dico sempre, la più antica città del futuro. Io sono un laico e per me la redenzione è stare dalla parte della gente. Dalla parte di chi ha bisogno. Fare bene il proprio lavoro e mestiere, fare bene il proprio servizio alla comunità. Ecco per me questa è la redenzione”.
Anche quest’anno, uno degli eventi più seguiti dai veneziani, nell’ambito delle celebrazioni per la Festa del Redentore, è stata la regata nel bacino della Giudecca. Lo spettacolo non è mancato, con ben tre gare in programma, che hanno regalato grande agonismo e suspense.
Giovanni Giusto, Consigliere delegato alle tradizioni
“La regata della Festa del Redentore sicuramente è un momento di grande aggregazione di popolo, dei tifosi, ma non solo. Anche degli ospiti della città che magari capitano anche in modo occasionale, ma con grande fortuna entrano nel cuore battente della città. I tifosi che seguono i propri beniamini ai remi in una regata di gondole. Le gondole che solitamente tutti conoscono nere in realtà le vediamo colorate. Sono le gondole quelle vere.
La gondola tradizionale del turista è nera, ma è l’unica nera. Tutte le altre sono colorate. Oggi abbiamo visto i leader, cioè quelli che sono l’élite del mondo della voga. Abbiamo visto all’inizio la regata dedicata ai giovani ed è importantissima perchè ogni qualvolta partono dal cordino nove imbarcazioni, entrate attraverso le eliminatorie per fare la regata dei giovani, è il segno che stiamo continuando. O meglio, è la garanzia del domani. Che i gufi vorrebbero finire tutto, invece no. Noi dimostriamo la garanzia addirittura sull’acqua. Poi la serie B della voga sempre su pupparini a due remi.
Poi il vertice, l’agonismo, il massimo dei più forti, più veloci, capaci è intelligenti nell’arte della voga alla veneta. Oggi abbiamo visto una regata sul filo di lana a livello agonistico, dove fin o all’ultimo momento non si sapeva chi entrava nel podio della voga”.
Jacopo Tagliapietra, primo classificato giovani su pupparini a due remi
“Vediamo da Treporti. E’ stata una regata dura su questo specchio d’acqua con tante onde. Però dai ce l’abbiamo fatta, questo è l’importante. Adesso testa a Pellestrina e alla Storica che è una regata molto importante alla quale noi teniamo parecchio. L’anno scorso siamo andati fuori bandiera, quest’anno, visto che siamo i favoriti vogliamo cercare di portare avanti questa serie di vittorie. Volevo fare due dediche. Una ai miei due fratelli, specialmente al piccolino che sta aspirando a diventare un regatante e alla mamma della mia ragazza che è scomparsa l’altro giorno”.
Simone Pastrello, primo classificato giovani su pupparini a due remi
“E’ stata una regata dura però sono molto contento per i numerosi sacrifici che stiamo facendo”.
Marco Lazzarini, primo classificato uomini su pupparini a due remi
“E’ stata un po’ dura perchè ci siamo trovati indietro dopo le corsie. Siamo stati sotto riva, forse il vento un po’ ci ha favorito e siamo riusciti a girare il palo per primi. Poi lui è stato bravo che ha tenuto fino all’arrivo”.
Antony Vianello, primo classificato uomini su pupparini a due remi
“Grazie a tutti che sono venuti a vedere la regata. Alla prossima e alla regata Storica. Ce la mettiamo tutta”.
Andrea Ortica, primo classificato uomini su gondole a due remi
“In campo di gara sempre tante onde ci sono. E’ un massacro fare questa regata. Tantissimo moto ondoso però è andata abbastanza bene dai. Avevamo un numero d’acqua non tanto bello, ma siamo riusciti a passar davanti a tutti e metterci primi. Temevamo di più un po’ tutti perchè tutti sono forti e quindi tutti bisogna temere”.
Jacopo Colombi, primo classificato uomini su gondole a due remi
“Voghiamo per divertici e cerchiamo di far bene perchè chi vince si diverte di più. Noi ci alleniamo un’oretta al giorno non di più. Ma non in voga. A vogare due volte a settimana. Noi siamo un caso a parte, tutti gli altri vanno tutti i giorni. Un po’ di fortuna e riposo giusto, ognuno ha il suo metodo”.
Paolo Levorato, Speaker della regata
“La regata del Redentore, una regata su gondole a due remi è uno spettacolo. Oggi poi abbiamo visto uno spettacolo nello spettacolo perchè ben quattro imbarcazioni sono arrivate al fotofinish. I due fratelli Colombi primo e secondo. Poi nella terza posizione Bertoldini, poi papà e figlio Vignotto. Una grande regata con una cornice di pubblico spettacolare. Effettivamente mi sono emozionato anche io, sono un po’ senza voce. però una grande grande regata. La regata del Redentore 2022 è stata una delle regate più belle degli ultimi 10 anni”.
Il Redentore una tradizione che si ripete e si rinnova. Facendo battere il cuore a tutte le persone presenti. Sia la loro prima o ennesima volta. Perchè il concetto di redenzione ha un significato universale: la felicità, la pace e il riscatto hanno un prezzo che non conosciamo.
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