Biennale Arte 2022, primo bilancio per il Padiglione Venezia inaugurato lo scorso 22 aprile nell’ambito della 59° Esposizione Internazionale d’Arte, con la mostra intitolata “Alloro”.
Dal taglio del nastro al 2 agosto, esclusi i giorni di preapertura riservati agli addetti ai lavori, sono stati oltre centomila i visitatori del progetto espositivo.
La mostra nasce, nella visione della curatrice Giovanna Zabotti, come un viaggio introspettivo nel cambiamento e nella rinascita: affronta la metamorfosi attraverso la natura e l’arte, ha inizio nella psiche, in un luogo pulito, quasi asettico, perfetto e si conclude nella Terra. Si potrebbe definire un percorso che si compie nel movimento.
Biennale Arte 2022, esposizione in movimento
Questa “esposizione in movimento” si apre con il duo di artiste Goldschmied & Chiari, che ha creato una sorta di tempio celebrativo della femminilità. Le due sale sono costruite come un gioco di luci e ombre e rappresentano la soglia di mondi enigmatici denominati “Portali”. Il centro del percorso è l’istallazione “Lympha”, il mito di Dafne e Apollo reso in chiave moderna dall’artista Paolo Fantin con il gruppo Ophicina e si conclude nella terra, dove si può ammirare il quadro intitolato “Best Wishes” di Ottorino De Lucchi.
Il tutto è accompagnato dalla musica, intitolata “Gocce di Alloro”, del maestro Pino Donaggio che costituisce “un’opera nell’opera”. Il viaggio si sposta poi nelle atmosfere volte al futuro dei giovani artisti vincitori del concorso Artefici del Nostro Tempo.
I visitatori, per vivere e comprendere al meglio l’esperienza, sono accolti e accompagnati dagli studenti dell’Università di Ca’ Foscari e dello Iuav che si sono anche organizzati in tour guidati in italiano e in inglese ogni giorno con orari prefissati.
Giovanna Zabotti, curatrice Padiglione Venezia
“La cosa fondamentale per noi – dichiara Giovanna Zabotti, curatrice del Padiglione Venezia – era coinvolgere il visitatore, renderlo parte integrante dell’opera. Fin dall’inizio lo avevamo immaginato come una parte di essa: entra nel percorso, interagisce emotivamente con esso e lo vive.
L’intento è sempre quello di “lasciare qualcosa” a chiunque entri. Anche solo un pensiero o un ricordo positivo: Alloro ti fa entrare in te stesso, ti fa percepire un malessere ma poi ti lascia con l’idea che tutto sia possibile, che con le nostre scelte tutto sia “commutabile”. Penso, infatti, che l’arte oggi più che mai abbia il compito di farci vedere e sentire delle possibilità nel cambiamento.
E il fatto che così tante persone abbiano attraversato il ponte per vederlo, per interrogare le nostre ragazze e per interrogarsi nel profondo ci ha reso incredibilmente soddisfatti. E la nostra Dafne è diventata un must per i social: con il sorriso osserviamo chi ogni giorno si ferma a guardarla per capire se sia reale o meno.
Ciò che maggiormente ci ha colpito è che il visitatore dichiari di sentirsi immerso in una sorta di percorso sensoriale che nasce nei colori e nella tridimensionalità dei Portali. Per proseguire nelle stanze bianche di Lympha e finire nel marrone grezzo della terra, accompagnato dalla musica e dal profumo di alloro che si percepisce in tutto il Padiglione”.
Maurizio Carlin, Commissario Padiglione Venezia
“Aver ospitato centomila visitatori a poco più di tre mesi dall’apertura del Padiglione Venezia all’interno della 59° Biennale d’Arte dà la dimensione del gradimento del pubblico per l’allestimento di Alloro. Apprezzamento che trova conferma anche nelle più che favorevoli recensioni della stampa di settore. – dichiara Maurizio Carlin, commissario del Padiglione Venezia – Un ottimo lavoro quello fatto da Giovanna Zabotti che ha saputo affiancare la creatività di artisti affermati con quella di giovani talenti emergenti in un perimetro di totale libertà espressiva.
Non posso che immaginare da qui al prossimo 27 novembre ulteriori eccezionali traguardi per il Padiglione cittadino sia in termini di presenze che di iniziative collaterali diffuse su gran parte del territorio comunale. L’idea di far lavorare assieme il sistema città di Venezia, che vede collaborare alcune società e fondazioni pubbliche comunali, i due atenei veneziani e la Fenice ancora una volta ha favorito il raggiungimento di questo importante risultato”.
La mostra sarà aperta al pubblico fino al prossimo 27 novembre.