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Renzo Mazzaro: In guerra tutto è permesso tranne le parole violente?

Renzo Mazzaro commenta la querela per diffamazione del nipote di Cadorna verso il padovano Michele Favero

Il venerdì è il giorno attesto de “Il punto del giornalista Renzo Mazzaro” che commenta una strana sentenza: la querela per diffamazione del nipote di Cadorna verso il padovano Michele Favero.

La guerra in Ucraina ci porta indietro negli anni, a tempi in cui l’Europa era insanguinata da Guerre Mondiali. E torna d’attualità persino il generale Cadorna, quello di Caporetto, che comandava l’esercito italiano nella Prima Guerra Mondiale e mandava all’assalto i soldati italiani nelle trincee nemiche difese dalle mitragliatrici che li falciavano a centinaia, a migliaia.

L’accusa di diffamazione

A riportare d’attualità Cadorna ci ha pensato un suo nipote, Cadorna anche lui, che vuole riabilitare la memoria del nonno. Ha querelato per diffamazione un padovano, si chiama Michele Favero, perchè ha definito Cadorna un macellaio, un criminale di guerra.

C’è stato un processo a Padova e, incredibilmente, il giudice, che è una signora, ha dato ragione al nipote di Cadorna, condannando Favero a pagare 15 mila euro di danni morali per aver offeso la memoria del generale in quanto, dice il giudice, la critica è consentita, però le espressioni sono ridondanti, non sono continenti e rivelano un’ostilità che prescinde dai fatti storici.

Il punto di Renzo Mazzaro

C’è stata una sollevazione generale, perchè i fatti storici dicono esattamente il contrario. Qui il giudice ha trattato questa vicenda come se fosse una querela per diffamazione fra due privati, mentre in realtà il generale Cadorna fu una persona pubblica ed è il suo comportamento sotto inchiesta e che viene criticato. Quindi il comportamento di un generale non può riguardare minimamente un nipote. Tanto più che il giudizio storico sul generale Cadorna è stato consegnato da prove, da documenti passati appunto alla storia.

Ne cito uno, il famoso libro “Un anno sull’altipiano” Di Emilio Lussu, che era un capitano dell’esercito italiano e c’era e documenta proprio questi comportamenti. Se non lo avete letto andate subito a comprarvelo, perchè è un dovere civico conoscerlo. Sono argomenti che ovviamente l’avvocato difensore di Michele Favero recepisce nella stesura del ricordo che è stato presentato pochi giorni fa. L’avvocato si chiama Alessio Morosin.

Previsioni di Renzo Mazzaro sulla vicenda

Vedremo come andrà a finire. Io prevedo che la sentenza di primo grado sarà rivoltata come un calzino, perchè in caso contrario allora potrebbe venir fuori anche un pronipote anche di Hitler, per non parlare di Pol Pot, di massacratori dell’umanità che potrebbero venire a dire che la critica è consentita, ma abbiamo adoperato espressioni troppo ridondanti, non continenti e dunque dobbiamo pagare i danni.

La memoria di Armando Diaz

Voi sapete che il generale Cadorna dopo Caporetto venne sostituito dal generale Diaz, che portò alla vittoria, ed è quello che firmò il famoso Bollettino della Vittoria, che finiva dicendo che: “I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti della storia risalgono senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa fierezza. Firmato Diaz.” Molti bambini nati in Italia dopo la Guerra ebbero posto il nome di Firmato, perchè i genitori pensavano che Diaz fosse il cognome e Firmato il nome. In realtà Diaz si chiamava Armando e “Firmato” voleva solo dire che aveva firmato.

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