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Alberto Gardin: città vietata per un anno al veneziano

Divieto di accesso per anno alla città di Padova per il veneziano venetista Alberto Gardin che ha manifestato contro quella che ha definito una certa casta giudiziaria. Il daspo è stato emesso dal questore in giorni di particolare tensione per le istituzioni che sono state sfidate dagli anarchici guidati da Cospito con una minaccia di morte contro un dirigente dell'azienda Iveco produttrice di veicoli da difesa

La polizia è di nuovo occupata di Alberto Gardin, il veneziano che si è autoproclamato centoventunesimo Doge della Serenissima nel 2016. Il questore vicario di Padova ha emesso un daspo di un anno, un divieto di accessi alla città a carico di un gruppo venetisti capitanati da Gardin per aver promosso una manifestazione non autorizzata nella città.

Lui e i componenti di quello che hanno chiamato “minor consiglio” hanno manifestato a sostegno di un loro simpatizzante friulano in carcere a Udine per oltraggio ai magistrati, in udienza, calunnia, soppressione e occultamento di atti veri, violazione della pubblica custodia.

Secondo Gardin e l’agenzia ANSA, il daspo è stato emesso per avere effettuato a Padova un processo sui crimini giudiziari a favore di un suo sostenitore, scandalosamente imprigionato per le sue schermaglie con certa casta giudiziaria.

Il commento di Alberto Gardin

“Il provvedimento della polizia contro le istituzioni venete non ci stupisce”, ha detto Gardin. “Esprime un forte disprezzo del regime italiano occupante verso la libertà d’opinione e verso il diritto democratico veneto”. Cacciato nel 2016 da palazzo Ducale dalla DIGOs dopo che aveva messo in scena la cerimonia di investitura della carica di Doge.

Due anni dopo il gruppo di venetisti ha protestato all’interno del museo del Louvre a Parigi per chiedere la restituzione della tela “le nozze di Cana” del veronese che Napoleone ha sottratto dalla parete del refettorio del monastero di San Giorgio Maggiore.

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