La giustizia italiana fa acqua da tutte le parti, ma questa non è una novità.Ma al Ministero non ci sono unità.
Sivori, recentemente, ha sentito un membro del governo ammettere, anche con un po’ di sufficienza, che all’organico del Ministero della Giustizia mancherebbero 8.000 unità. In modo altrettanto ammirevole, senza vergogna, ha anche aggiunto che le nuove assunzioni, circa 1.500 (non tutte e 8.000 ovviamente) prevedono persone provenienti dalle province che sono state chiuse o che stanno per chiudere. Ma come faranno delle persone assunte un po’ “alla buona” a svolgere compiti così delicati come quelli di cancelleria o comunque di grande importanza come dei funzionari del tribunale? Solo in un secondo momento poi (ma non si sa quando) ci sarà un concorso per circa un 1.000/1.500 unità perché, con le risorse attuali, non si può fare di più. E a proposito dei “buchi” della giustizia italiana, che dire delle carceri? 8.353 detenuti sono ancora senza un posto. E dell’abolizione dei alcuni gradi dell’appello invece? Certo, questo potrebbe abbreviare di molto i tempi della denegata giustizia, ora una vera e propria vergogna, e potrebbe perfino riuscire a rendere la nostra una giustizia vera, dato che, purtroppo, l’attuale sistema fa acqua da tutte le parti. In tutto questo, chiaramente, influisce molto il ricorso all’appello senza limiti ed i cittadini comuni (a differenza dei benestanti) risultano essere costretti a sopportare le relative conseguenze negative di tutto ciò sia in fatto di sicurezza che di diritti. Le uniche cose positive di questa proposta sarebbero quindi la velocità e la certezza della pena. Prima di far sì che i cittadini si lamentino, non è che il governo farebbe allora prima a capire che per ingranare la marcia giusta servono assolutamente dei nuovi investimenti? Ma già, a Sivori è venuto in mente solo alla fine: se spendono i nostri soldi in ben altre faccende, allora questi soldi non li avranno mai.