In via Piave aprirà un centro di ritrovo per gli islamici tempo una settimana. La dichiarazione è di Abdullah Somrat, referente della comunità islamica di Venezia, ed è stata rilasciata al Gazzettino. Il cittadino di origine bengalese, insomma, ha annunciato che la comunità islamica non arretra di fronte all’ordinanza comunale, che vieta l’uso degli spazi, un tempo occupati da un supermercato, per fare attività culturale.
Gli islamici
Doposcuola, studio della religione, e delle lingue per bambini sono le attività che dovrebbero invece trovare spazio tra le mura del pianterreno di via Piave, secondo i progetti di Somrat. Il quale si chiede che differenza intercorre fra l’afflusso di persone che andava a fare la spesa e che, dal mese di giugno, potrebbe recarsi per pregare 10 minuti.
Le preoccupazioni dei residenti
I residenti del palazzo sono invece preoccupati per l’andirivieni, e soprattutto per l’afflusso del venerdì, che corrisponde alla domenica dei cattolici. Lo stesso portavoce della comunità islamica ammette che alle 13:30 sono previsti picchi di 400 persone. Per questo stanno pensando di far uscire la gente a gruppi di 20 alla volta. Egli poi ci tiene a chiarire che non si tratta di una moschea, essendo quest’ultimo solitamente un edificio di proprietà della comunità. Invece, in via Piave, si paga un affitto di 3.700 euro al mese.
Inoltre, la presenza di fedeli e un locale ristrutturato, potrebbe, secondo Abdullah, riportare un po’ di movimento in una zona. Zona, quella di via Piave, che altrimenti viene occupata da tossicodipendenti e clochard.
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