Sergio Berlato, europarlamentare dei Conservatori e Riformisti Europei, parla della gestione dell’acqua e dell’ambiente al “Fatto” di Luigi Gandi.
Luigi Gandi: “Anche in Veneto servono, a Falzè, a Ciano, anche a Faldogno sono già state realizzate delle casse di espansione.”
Casse di espansione e manutenzione
Berlato: “Oltre ai lavori di manutenzione, che deve essere costante, la pulizia dell’alveo, il fatto che devono essere falciati i prati in montagna, puliti i boschi, oltre a questo servono investimenti corposi in opere di prevenzione, come le casse, laddove necessarie.
E tutto questo, sia la pulizia, sia la manutenzione, sia gli interventi di prevenzione fanno sì che gli investimenti prevengono quei disastri a noi tristemente noti. Anche in termini economici costa meno fare prevenzione che non rincorrere continuamente le emergenze. Quindi intervenire per prevenire questi dissesti.
La differenza la fa la manutenzione. L’avevano capito i nostri nonni. Bisogna tornare a dare ascolto non a chi si è laureato alla Bocconi ma a chi si è laureato alla scuola della vita, che sa perfettamente quali sono gli interventi necessari per fare in modo da prevenire questi eventi.”
La saggezza dei vecchi
Luigi Gandi: “Questo la Serenissima l’ha insegnato al mondo”
Berlato: “Loro sapevano come garantire l’equilibrio e come mantenere il territorio, lo sapevano. Quindi dobbiamo imparare dai nostri anziani, dai nostri vecchi, dalla loro saggezza. Perché se questi sono riusciti a diventare anziani un motivo c’è e hanno imparato. Io dico sempre che quando una persona muore a 90-100 anni è come se andasse a fuoco una biblioteca. Pensate quanti volumi di sapere si accumulano in tutta la vita.
Una volta, che avevano meno lauree di adesso, ma erano molto più intelligenti e molto più furbi, mettevano gli anziani vicini ai bambini. Non per risparmiare sulla baby-sitter, ma perché gli anziani potessero trasferire le loro conoscenze ai bambini, per fare in modo che adoperassero il loro sapere. Adesso, quando una persona diventa anziana e non è più produttiva, diventa un peso, un qualcosa che bisogna togliersi di dosso.
Invece, in realtà, una volta, quando c’era più buonsenso, si vedevano gli anziani come elemento insostituibile per garantire la continuità del sapere. Dovrebbero imparare di più dai nostri anziani perché questo ci consentirebbe poi di poter evitare situazioni come quelle a cui stiamo assistendo, purtroppo con sempre maggiore frequenza.”
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