L’olandese volante È la quintessenza stessa del romanticismo: un capitano olandese può sbarcare dal suo vascello soltanto ogni 7 anni per cercare una donna che, giurandogli amore eterno, infranga la maledizione per aver bestemmiato Dio. Finalmente in un porto norvegese il Capitano trova quella donna, Senta, capace di gettarsi in mare e morire per lui, salvandolo dall’inferno.
Affascinato da questa leggenda nordica Richard Wagner ne fece un’opera: L’olandese volante. Questa venne considerata la sua prima opera matura, nonché la sua prima drastica presa di distanza dall’opera convenzionale. Di trascinante musicalità, con una melodia fluente e con i primi leitmotiv, L’olandese volante debuttò a Dresda nel 1843 e da allora è presente con una certa frequenza nei cartelloni lirici di tutto il mondo.
L’olandese volante al Teatro La Fenice
A Venezia, il Teatro La Fenice lo propone in uno scarno allestimento, firmato dal regista Marcin Lakomicki, che ambienta la vicenda in una disadorna attualità, forse per rendere meglio un tema piuttosto astratto come quello della redenzione.
Oltre alla regia di Marcin Lakomicki, il nuovo allestimento alle scene di Leonie Wolf, i costumi di Cristina Aceti e la light design di Irene Selka. Orchestra e coro del Teatro La Fenice sono guidati dall’autorevole direzione musicale di Markus Stenz, con Alfonso Caiani preparatore del coro. In scena anche il coro Taras Shevchenko National Academic Opera and Ballet Theatre of Ukraine, preparato da Bogdan Plish. Una partecipazione internazionale possibile grazie ai fondi stanziati dal Ministero della cultura a sostegno delle attività performative di artisti ucraini.
L’olandese volante di Richard Wagner sarà in scena al Teatro La Fenice fino al 4 luglio 2023, in lingua originale, con soprattitoli in italiano e in inglese. Come commenta il sovrintendente del teatro La Fenice, Fortunato Ortombina: “Ogni esecuzione di Wagner a Venezia, città amatissima e dove morì nel 1883, è qualcosa di veramente speciale. Si crea una relazione intima con il pubblico, un rapporto di fortissima identità tra Wagner stesso, la Fenice e gli spettatori.”
LEGGI ANCHE: Il coro della Fenice al Galassi in omaggio all’acqua