La CSSA è una cooperativa che opera nel sociale nella zona di Mirano. Scopriamone servizi e progetti a lungo termine.
Gianfranco Magnoler è il Presidente della CSSA, cooperativa che opera nel sociale da molti anni soprattutto nel miranese. Nonostante i numerosi tagli dei comuni nei confronti del sociale e della sanità, la CSSA non si è arresa ma anzi si è migliorata e ha cercato di far fronte alle difficoltà. L’ultimo traguardo raggiunto da essa, infatti, è stato l’inserimento degli immigrati all’interno della comunità di Portogruaro in maniera molto graduale, senza creare tensioni, organizzandola in piccoli gruppi e facendo sì che fosse una presenza quasi invisibile ma allo stesso tempo utile con lo svolgimento, da parte dei rifugiati, di svariati servizi per la comunità. Tutto questo sempre in collaborazione con dei volontari, un collegamento fra la cooperativa ed il territorio. Tuttavia, la CSSA offre diversi servizi: quelli sanitari (come il trasporto ammalati) e quelli d’emergenza e pronto soccorso (difatti gestisce il pronto soccorso di Caorle e Bibione). Magnoler ci spiega che, da quando le ULSS hanno indetto gare d’appalto per ambulanze ed infermieri, esse hanno poi finito per comprendere tutto lo staff medico, un po’ la vita stessa del pronto soccorso insomma, ed è per questo che all’interno della loro cooperativa vi sono anche dei medici. Una delle prospettive future a questo proposito sarà la creazione di poliambulatori con svariati medici di base (in gergo, i cosiddetti UTAPA) che non solo diventerebbe un supporto alla sanità ma anche un vero e proprio ampliamento dei servizi offerti del medico di base, alleggerendo il flusso del pronto soccorso. L’idea però sta incontrando molte difficoltà, soprattutto a causa della “tradizione” del medico di base. Tutto questo viene fatto però in un brutto momento, perché i comuni continuano ad investire sempre meno nella sanità. Il Presidente replica che la scelta del settore sanitario è più che ragionata comunque: offre più opportunità di specializzazione, più soddisfazione e una maggior garanzia di continuità, con l’obiettivo di avvicinarsi sempre di più alla progettazione o alla co-progettazione. Difatti, sono più i servizi erogati dalle ULSS che li impegnano rispetto a quelli dei comuni. L’unica eccezione che li coinvolge sono la gestione degli asili nido nelle zone di Mirano e Spinea, dove la forza lavoro conta circa 20 operatrici per struttura. Ovviamente, un numero così ridotto di strutture non può coprire le esigenze del territorio, anche perché strutture simili sono molto onerose. L’equilibrio è molto precario, in sintesi, e all’interno della CSSA è più la volontà di esserci che il beneficio effettivo offerto, perché tutto si basa sulle richieste del territorio e sulla motivazione dei soci.