Si tratta di un giorno molto atteso su cui sono riposte molte speranze per scoprire quali responsabilità sono da attribuire alle vecchie barriere poste lungo il ponte per la strage.
Hanno partecipato all’analisi della scena anche i tre indagati Massimo Fiorese AD della società “La Linea” e i tecnici del comune di Venezia Roberto Di Bussolo e Alberto Cesaro con i loro periti di parte.
Il cavalcavia di Marghera
Migliorino che si è guadagnato durante il processo per il crollo del ponte Morandi a Genova, il soprannome di Mastino, non ha il compito di svelare le cause dell’incidente, ma dovrà rispondere a due quesiti posti dalla Procura Veneziana, ossia valutare lo stato attuale delle barriere di protezione e se le stesse rispondevano agli standard di sicurezza e garantivano al contenimento come prescritto dalle norme.
L’esito della perizia
Si tratta del primo passo il cui l’esito sarà reso noto entro il 24 febbraio a cui seguirà l’analisi della scatola nera del mezzo non ancora aperta e di tutto il materiale raccolto dagli investigatori. Per il momento i dati certi sono due: l’autista non soffriva di cuore e il bus al momento della caduta era praticamente fermo.
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