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Allerta meteo fino a domenica per lo stato degli argini

Il ciclone Ciaran sta attenuando la sua morsa anche se è previsto un colpo di coda tra sabato e domenica, la brutta notizia sono i danni che ha lasciato in tutta la regione e il mantenimento dello stato di allerta

L’allerta meteo preoccupa per quanto riguarda la capacità degli argini di sopportare la pressione alla quale sono sottoposti. Il presidente Zaia si dimostra positivo nel ricordare i progetti realizzati nel 2010, ma ci tiene a ribadire di non stare assolutamente nei pressi degli argini dei fiumi, che potrebbero cedere in ogni momento.

Giampaolo Bottacin sull’allerta meteo

“Quella di oggi è stata una giornata di grande paura lungo il Tagliamento. L’ondata di piena è passata, ma più che l’esondazione a far temere sono sati gli argini che avrebbero potuto cedere, e la pioggia prevista tra sabato e domenica continua a far rimanere alta l’allerta”. Queste le dichiarazioni dell’assessore della sicurezza civile Giampaolo Bottacin stamane, nella sala operativa della giunta civile di Marghera.

“Il peggio dovrebbe essere passato, stiamo attendendo il transito delle piene di tutti i corsi d’acqua. Può sempre accadere che un argine abbia un cedimento, quindi finché le piene non sono arrivate tutte a mare c’è sempre un margine di rischio. In modo particolare ora stiamo trattando il tratto del Tagliamento, perchè sta raggiungendo livelli molto alti raramente presenti in passato. Ci aspettiamo ancora pioggia nella notte tra sabato e domenica, ma sarà un evento meno impattante rispetto a quello che abbiamo visto nelle ultime ore e nei giorni scorsi. Ovviamente, però, piove sul bagnato e l’attenzione la teniamo molto alta”.

Luca Zaia

“L’allerta rimane alta” ha aggiunto il presidente della giunta regionale veneta Luca Zaia, durante il vertice organizzato a Marghera. “Anche perché non si conoscono i danni delle precipitazioni. 160 mm d’acqua in una notte hanno causato ali argini già indeboliti anche dai tunnel scavati dalle nutrie. Naturalmente è dichiarato lo stato di calamità naturale della regione.

Ovviamente on abbassiamo la guardia, siamo ancora in allerta con degli allarmi rossi e dall’altro lato voglio ricordare che le opere messe in cantiere nel 2010 dal valore di più di due miliardi di euro ci hanno permesso di essere operativi. Penso al bacino del Candoni che abbiamo aperto. Oppure a Montebello che è stato oggetto di ampliamento, oppure al Muson dei sassi e altri bacini che avevamo a disposizione ma non abbiamo attivato.

Il danno vero lo abbiamo con questo stress test di acqua caduta che spinge moltissimo sui nostri argini. Dovremmo fare delle radiografie a questi e capire il danno che abbiamo ereditato da questo evento catastrofico. Vi consiglio di stare a casa e non andare sopra gli argini a vedere i fiumi pieni d’acqua perchè voglio ricordare che il vero problema non è l’acqua che sormonta l’argine, ma che se ne vada l’argine a causa della pressione elevata.

Ricordo solo che nel 2010 se ne sono andati 32 argini, se qualcuno fosse stato sopra a guardare l’acqua sarebbe morto. Ho sentito che la Meloni dichiarerà a livello nazionale lo stato di calamità e il Veneto c’è a pieno titolo”.

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