Le origini
Leggenda vuole che sia nato in Austria, precisamente a Vienna, che nel 1683 venne liberata dall’assedio dei turchi grazie all’intervento di un frate, Marco d’Aviano. E proprio a lui viene attribuita la richiesta di addolcire un caffè troppo forte con del latte, rendendo così la bevanda, marrone come il saio dei Cappuccini.
Da allora il cappuccino si è sempre più perfezionato all’inizio del ventesimo secolo, la prima schiuma con le macchine per l’espresso e il beccuccio per il vapore. Trieste, il Friuli l’approdo privilegiato finché il gusto per la bevanda da prima colazione non si estende a tutta Italia e poi al mondo intero. Ma come deve essere un cappuccino a regola d’arte? L’abbiamo chiesto a Lorenzo Mischiatti, che in quel di Taglio di Po è conosciuto come Mister caffè, essendo un pluripremiato campione di tostatura.
Il cappuccino di Mister caffè
Lorenzo Mischiatti: “Cappuccino e la bevanda iconica della colazione italiana, forse la bevanda principe della colazione italiana, però, ultimamente sta perdendo un pochettino il suo sex appeal, diciamo. Questo perché il barista non è tanto formato. Gli addetti ai lavori non sono tanto formati e quindi non seguono correttamente le procedure per la corretta preparazione.
Per fare un buon cappuccino bisogna utilizzare innanzitutto una buona miscela di caffè di partenza che si sposi bene con il latte. In secondo luogo, le lattiere giuste avere le lattiere giuste. È impensabile al giorno d’oggi utilizzare un’unica lattiera per fare più preparazioni di cappuccini. E’ il barista o gli addetti ai lavori che dovrebbero avere più lattiere sul banco. E per ogni bevanda utilizzare la sua lattiera adatta. Per preparare questo cappuccino, abbiamo utilizzato un caffè proveniente dalla Colombia, tostato con i nostri macchinari che sono molto all’avanguardia.”
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