L’Editto del 1505: difesa della Laguna come dovere patriottico
“Nel 1505 un editto di Egnazio, scritto poco prima della crisi commerciale di Venezia, sintetizza in maniera perfetta di come l’uomo debba trattare sempre le acque della Laguna. Dice che le isole dei Veneti, per volere della divina provvidenza fondate sulle acque e circondate dalle acque in luogo di mura, come unico sistema di difesa: chiunque pertanto oserà arrecare qualsiasi nocumento in qualsiasi modo alle acque pubbliche sia condannato come nemico della patria e sia punito non meno gravemente di colui che abbia violato le sacre mura della patria. Il diritto di questo editto sia immutato e perpetuo.”
L’importanza del rapporto tra uomo e tradizioni
“Quindi partendo da questo principio, con pene severe per chiunque osasse, senza autorizzazione modificare o comunque alterare questo ecosistema e questa laguna, dagli emissari del Consiglio dei Dieci che andavano a fare i censimenti del pescato, sintetizza quanto importante sia salvaguardare l’ambiente e quanto il lavoro dell’uomo debba essere puntuale, preciso perché altrimenti si rischiano disastri ambientali e una rovina di un ecosistema che già è fragile e già basta un niente per rovinarlo. La difesa deve essere puntuale, precisa ed economicamente valida per creare anche nel 2024 un’economia basata sulla tradizione del territorio, nella storia e nella cultura del territorio.”
Nelle valli da pesca della Laguna di Venezia c’è anche la storia dell’uomo con le sue tradizioni e i suoi usi, con il suo duro lavoro e con le sue abitudini, che qui forse per una forma di adattamento ai ritmi della natura restano quasi immutate nel tempo.
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