Le violazioni e le inchieste in corso
Le violazioni contestate comprendevano il rischio di caduta dall’alto, l’irregolarità dei ponteggi, il rischio elettrico, l’omessa fornitura e utilizzo dei DPI (dispositivi di protezione individuale), organizzazione e viabilità inadeguata dei cantieri, oltre alla mancata protezione da investimento per caduta di materiali dall’alto.
Numerose omissioni riguardavano anche la sorveglianza sanitaria dei lavoratori, la formazione e informazione degli stessi, la redazione del documento valutazione rischi, del piano operativo di sicurezza e del piano di montaggio, uso e smontaggio dei ponteggi.
La gravità della situazione ha portato alla temporanea chiusura di sedici cantieri, in attesa del ripristino delle misure di sicurezza richieste dalle norme. Inoltre, sono emerse pratiche illegali nell’assunzione di manodopera, con due lavoratori in nero e numerosi assunti “in grigio”, ovvero pseudo artigiani pagati parzialmente in regola e parzialmente fuori busta.
Il pericolo si estende in altri settori
Il problema non si limita ai cantieri edili, ma coinvolge anche aziende del commercio, dell’agricoltura e dei servizi alla persona. Su 350 imprese controllate in dodici mesi, ben 280 sono risultate irregolari. Le violazioni includono oltre un migliaio di casi in materia di sicurezza, 35 addetti in nero, 25 in grigio e 200 datori di lavoro denunciati. In risposta a questa emergenza, 65 imprese sono state costrette a chiudere temporaneamente.
Il governo e le autorità competenti sono ora chiamati a prendere misure severe. Ciò per garantire la sicurezza sul lavoro e porre fine a pratiche illegali dilaganti nel tessuto imprenditoriale della regione.
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