La controversia delle crociere a Venezia
Elisio Trevisan, giornalista de “Il Gazzettino”: “Le crociere sono una parte del mondo del turismo, forse nemmeno la parte peggiore se si esclude l’inquinamento che provocano le navi. I turisti che arrivano con le crociere portano della ricchezza alla città pagando tasse, andando a pranzo nei ristoranti eccetera. È avvenuto per le crociere quello che era avvenuto per Porto Marghera.”
“Porto Marghera all’epoca fu abbandonata dalle fabbriche e si tentò con l’accordo sulla chimica di creare un’alternativa che non si trovò. Per le crociere, anche su pressione internazionale dei comitati per la difesa e la salvaguardia di Venezia, il premier Draghi decise drasticamente di chiudere l’accesso al porto di Venezia, ma non diede un’alternativa.”
Le implicazioni economiche del decreto Draghi
“Prima del decreto di Draghi del 2021, nel 2012 c’era stato un altro decreto, il Clini-Passera, che diceva che le navi dovevano essere allontanate dal centro storico, e quindi dal bacino di San Marco, ma nel momento in cui si fosse trovata un’alternativa. Passati dodici anni, senza alternative, Draghi decise di chiudere.”
“Adesso le navi vengono ormeggiate in mezzo ai terminal commerciali, il terminal dei container o il terminal dei traghetti, in giro per Porto Marghera e un po’ a Chioggia. Quindi è una soluzione temporanea che dovrebbe portare per il futuro alla soluzione definitiva che si pensa possa essere un porto fuori dalla Laguna, a mare aperto, a un po’ di miglia di distanza dalla costa del Lido.”
Prospettive future per il settore crocieristico
“Però è molto futuristica questa cosa. Al momento il porto sta cercando di rimettere in piedi il settore che era stato completamente azzerato ormeggiando le navi un po’ ovunque. Da 1.800.000 passeggeri che gestiva il settore crocieristico nel 2019, prima del lockdown, si è scesi adesso. Per il 2024 si prevede 540.000 persone che da un certo punto di vista sono un numero più sostenibile per quanto riguarda la dimensione delle navi.”
“Effettivamente quelle navi gigantesche che passavano dal bacino di San Marco erano una sproporzione vivente. Però dall’altro lato manca un terzo di quell’economia che, come per la chimica, non ha trovato ancora un’alternativa.”
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