Chiesa del Sacro Cuore: la sofferta decisione nasce all’interno di un progetto di ridisegno delle presenze francescane conventuali nel Nord Italia, legato alla preoccupante diminuzione di vocazioni.
La Chiesa del Sacro Cuore perde i francescani. Una riorganizzazione dell’ordine costringe i frati ad abbandonare Mestre e la città perde un pezzo della sua storia. La parrocchia del “Sacro Cuore di Gesù Re della Gloria”, questa la dedicazione completa, fu istituita in Mestre il 18 dicembre 1952 dall’allora patriarca Carlo Agostini e venne affidata fin dall’inizio ai Frati Minori Conventuali della Provincia Padovana di sant’Antonio. All’epoca contava 3.500 abitanti e per la zona erano in previsioni progetti di urbanizzazione. I frati provvidero subito alla costruzione di un salone come chiesa provvisoria, mentre fu data priorità alla costruzione dell’asilo, inaugurato nel 1955 dal patriarca Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, e del patronato-oratorio, inaugurato nel 1959-60.
Negli anni Settanta la Chiesa del Sacro Cuore contava circa 12.000 persone e si fece sentire l’esigenza di una nuova chiesa, edificata tra il 1967 e il 1970 su progetto dell’architetto padovano Adriano Galderisi che ha unificato in un unico blocco la chiesa, il convento e le opere parrocchiali. Benedetta il 15 agosto 1971 dal patriarca di Venezia cardinale Albino Luciani, poi papa Giovanni Paolo I, e consacrata dal patriarca cardinale Angelo Scola nel 2003.
Dal 16 al 18 settembre il teatro Kolbe di Mestre ospita la prima edizione del “cult-fest”, un festival che cercherà di avvicinare le varie comunità del territorio attraverso spettacoli, proiezioni, aperitivi e cibi etnici.