L’inclemente maltempo che ha colpito il Veneto ha lasciato dietro di sé una scia di devastazione e preoccupazione. Mentre l’allerta per il rischio valanghe in montagna è stata revocata, i danni e gli strascichi del meteo avverso sono ancora ben visibili, soprattutto nelle aree urbane e costiere. Dalle cadute di rami sugli alberi nel parco giochi di Marghera all’instabilità delle spiagge di Jesolo, la Regione si trova ad affrontare una serie di sfide che richiedono attenzione e risposta immediata.
Il maltempo provoca danni nel parco giochi di Marghera
Dalle 18 di oggi mercoledì 13 marzo è cessata l’allerta a rischio valanghe in montagna.
Ma il maltempo continua a lasciare strascichi. Come su questi alberi, altissimi e molto provati dalle intemperie, che sovrastano i giardini nella piazza centrale di Marghera. I rami spezzati caduti sulla giostrina dove giocano i bambini hanno provocato svariate segnalazioni. Al punto che l’amministrazione comunale ha mandato gli addetti alla manutenzione del verde per staccare i pezzi che maggiormente creavano allarmi nel parco giochi.
Nei prossimi giorni non sono previste precipitazioni significative. Anche se, dalle 14 di oggi fino alla mezzanotte di domani, giovedì 14 marzo, è stato dichiarato lo stato di preallarme al livello arancione per criticità idrauliche nel basso Veronese e lungo la parte finale del Po da Polesella. Mentre permane la fase di attenzione per il terzo superiore.
Incidenti e danni alle spiagge di Jesolo
A Jesolo invece le spiagge rimangono l’anello debole. Non ci sono ancora opere costruite a protezione degli arenili. A Jesolo gli operatori turistici, pur assicurando che per i giorni di Pasqua la spiaggia sarà pronta, attendono dei giorni di grande fatica e di grande dispendio di risorse. Tutto per ricreare gli stabilimenti balneari.
Le mareggiate sono sempre più frequenti dato il cambiamento climatico. Si fa sempre più forte la pressione da parte dell’industria turistica per trovare una soluzione definitiva che salvi le spiagge.
Le notizie positive sono legate al Mose che ha difeso Venezia dalla marea spinta dal forte vento di scirocco. Ma anche dai bacini di laminazione di Montebello Vicentino, Trissino, Orolo e Muson dei Sassi. Questi hanno impedito ai fiumi di tracimare tra Venezia e Treviso.
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