Una celebrazione del quartiere operaio da parte del gruppo Margherini DOC
Il quartiere operaio veniva percepito come un’area poco salubre negli anni ’60, ossia durante l’apice del polo industriale, ma in realtà è nato con ottime premesse con un impianto da città giardino e palazzina liberty.
Per festeggiare l’anniversario del gruppo, in 140 dei 7700 membri hanno visitato la zona urbana e quella delle fabbriche a piedi e in barca. Dal centro, ossia da Piazza Sant’Antonio, tutti con la pettorina gialla per farsi distinguere, si sono messi in cammino e hanno attraversato il quartiere per oltre 2 km raggiungendo Via delle Macchine, alle porte del distretto industriale. Poi, in motonave, hanno visitato il porto, navigando lungo il canale dei Bottenighi.
Del quartiere sono rimasti viali alberati larghi 80 m, invece, di Porto Marghera, sono rimasti pochi dei simboli che hanno reso famoso il suo skyline. Tra questi troviamo l’arco dell’etilene, elegante come un ponte di Santiago Calatrava. Si tratta di un tubo arcuato che scavalca il canale industriale a Sud, sotto il quale passavano intere navi carboniere dirette alla centrale dell’Enel.
Marghera, da fortezza eroica a polo industriale
Marghera, fino a 100 anni fa, era solamente il nome di una fortezza eroica, tra le paludi, sul bordo della laguna. Fortezza che, nel 1849, resistette a lungo all’assedio degli austriaci del Radetzky. Poi, sono arrivate le fabbriche di energia, utili ad alimentare quella metallurgiche e chimiche.
Sono seguite le lotte operaie e la crisi legata anche alla morte dei lavoratori a causa dell’esposizione a sostanze tossiche. Ora è in corso l’innovazione con la chimica verde e l’idrogeno. In tanti Margherini DOC continuano ad immortalare tutto e promettono altre iniziative come questa.
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