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Baby gang: il questore ricorre allo psicologo

Il questore di Venezia Gaetano Bonaccorso fa uso della figura dello psicologo per inquadrare episodi di violenza di baby gang: già dieci i casi

Per i casi di baby gang il questore di Venezia Gaetano Bonaccorso ricorre alla figura dello psicologo. Il capo della polizia Veneziana ha disposto che sia presente una figura professionale capace di offrire aiuto per interpretare comportamenti e reazioni.

La natura del ricorso allo psicologo

Questo è stato deciso, sembra che emerga dalla comunicazione, per la scelta di prevenire e rieducare dei minorenni, oltre che per quella di punire dei giovani che, in ogni caso, possono essere culturalmente salvati dalle circostanze sociali in cui vivono. La decisione, quindi, può indicare il necessario tentativo di rieducare oltre che quello di punire.

Tutto questo viene fatto al momento della notifica dei provvedimenti davanti ai familiari contro i giovanissimi che delinquono. Diversi e recenti sono i casi in cui il ricorso alla figura di supporto psicologico è stato messo in pratica. Sono già dieci, infatti, gli episodi in cui il questore ha deciso di applicare questa decisione.

I casi in questione delle baby gang e i daspo

In questo contesto sono stati resi noti tre fogli di via obbligatori e sette “daspo Willy”. Questi, più nello specifico, sono stati messi a carico di minori violenti, presunti autori di rapine durante la movida jesolana. Un foglio di via ha raggiunto un ragazzo che girava con un coltello da cucina ,tanto da allarmare chi lo incrociava. Altri due fogli di via, poi, sono stati destinati a due giovanissimi, ritenuti autori di rapine nei confronti dei loro coetanei.

Più rigorose sono state però le misure prese nei confronti di altri sette minorenni. Quattro di loro, più precisamente, avrebbero accerchiato e depredato un gruppo di ragazzi. Poi, in un secondo momento, avrebbero fatto lo stesso  con altre ragazze, con l’uso di un bastone e di una sciabola. Altri tre, infine, avrebbero messo a segno delle rapine nei pressi del parcheggio degli autobus di Jesolo. A tutti è stato vietato l’accesso alle aree urbane, concludendo l’operato della questura con sette “Daspo Willy”.

 

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