La rivoluzione della cornea artificiale ibrida
L’intervista con il prof. Massimo Busin, uno dei pionieri nella ricerca della cornea artificiale ibrida, mette in luce i vantaggi rivoluzionari di questo innovativo trapianto.
“I vantaggi di una cornea artificiale sono ovviamente che non c’è il rigetto,” spiega il professore, sottolineando come il nuovo dispositivo possa essere mantenuto senza problemi per molti anni. L’elemento innovativo non risiede solo nella struttura in plastica, ma nella combinazione con un guscio di tessuto liofilizzato, sviluppato grazie alla collaborazione con la Banca degli Occhi.
“Questa combinazione, secondo me, fa la differenza,” aggiunge, mentre i risultati preliminari del trapianto sono già promettenti.
La storia di Rasha
Rasha, la paziente che ha beneficiato di questo intervento, racconta la sua esperienza: “Io sono stata ferma in Libano quattro anni, dopo in Italia otto anni. In questi otto anni mi hanno detto che non potevo fare l’intervento perché l’occhio sarebbe uscito.
Non mi davano speranze.” Tuttavia, il trapianto della cornea ibrida le ha permesso di recuperare la vista, rappresentando una nuova opportunità dopo anni di buio.
Una ricerca fondamentale
Diego Ponzin, presidente della Banca degli Occhi, evidenzia il ruolo cruciale della banca nel fornire tessuti donati per questo tipo di intervento.
“Questo tessuto singolare, innovativo, ha bisogno delle donazioni,” spiega, sottolineando come la tecnica permetta di utilizzare anche cornee non idonee ai trapianti convenzionali, evitando così il loro smaltimento.
Questo traguardo rappresenta non solo un avanzamento tecnico in campo oftalmologico, ma anche una testimonianza di come la scienza possa restituire dignità e speranza a chi, come Rasha, ha affrontato situazioni disperate.
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