I primi dati
La vendemmia 2024, ormai nella sua fase conclusiva, ha confermato la presenza di 39,7 milioni di ettolitri di vino nelle cantine italiane al 30 settembre 2024.
Questo dato, che segna una lieve crescita dello 0,3% rispetto al 31 luglio 2024 (+120.569 ettolitri), è comunque inferiore del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una riduzione di oltre 3 milioni di ettolitri.
A questi si aggiungono 8,2 milioni di ettolitri di mosti e 3,4 milioni di ettolitri di vino in fermentazione, come rilevato dall’ultimo report “Cantina Italia” n. 9 del 2024, pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura.
Nonostante il calo delle scorte rispetto al 2023, la quantità di vino in giacenza rimane elevata, con quasi 40 milioni di ettolitri, segno di un mercato che non gode della stessa vitalità di qualche anno fa.
Un report vino da paura
La maggior parte del vino stoccato è a Denominazione di Origine Protetta (Dop), rappresentando il 57,8% del totale, mentre il 26,2% è a Indicazione Geografica Protetta (Igp). I vini varietali costituiscono solo l’1,3%, e il restante 14,7% è rappresentato da vini generici.
Le giacenze di vini a Indicazione Geografica sono particolarmente concentrate: 20 denominazioni contribuiscono al 57,2% del totale. A livello regionale, il Nord Italia detiene il 60,9% del vino nazionale, con il Veneto che, da solo, ne possiede il 27,8%. In particolare, le province di Verona (11,6%) e Treviso (9,9%) sono le principali aree di stoccaggio, con il Prosecco che rappresenta il 9,5% delle giacenze totali.
Guardando al futuro, la vendemmia 2024 è stimata in circa 41 milioni di ettolitri, una quantità superiore rispetto alla scarsa raccolta del 2023, ma comunque sotto la media quinquennale. Si attende di vedere come reagirà il mercato, che resta in una fase di rallentamento.
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